Scienza e tecnica relative ai mezzi che si sostengono e si
muovono nell'aria. • Encicl. - Si devono a
Leonardo da Vinci (XV sec.) i primi studi sull'argomento. Lo scienziato raccolse
numerose osservazioni sul volo degli uccelli (ali battenti) e tentò di
sfruttare la spinta di un apposito organo in rotazione (ala rotante). Gli studi
di Leonardo portarono alla progettazione di ornitotteri (velivoli dotati di due
e quattro ali battenti messe in movimento dalla forza muscolare) e di elicotteri
(specie di piattaforme spinte verso l'alto da un'ala a forma di spirale, capace
di movimento rotatorio grazie all'azione di una molla). Nel 1670 Francesco Lana
progettò una navicella che doveva rimanere sospesa nell'aria grazie a
quattro sfere cave di rame. Nel 1709 B.L. de Gusmão riprese l'idea di
Lana e riempì di aria calda dei palloni (passarole). Gli studi su mezzi
più leggeri dell'aria sortirono effetti positivi: nel 1766 lo scozzese J.
Black arrivò alla scoperta che, riempiendo di idrogeno un contenitore,
esso si poteva sollevare dal suolo. Tale scoperta fu ripresa dall'italiano T.
Cavallo che, nel 1782, riuscì a far sollevare dei sacchetti di carta
pieni di idrogeno. Nel 1783, i Francesi J. ed E. Montgolfier costruirono grandi
involucri impermeabili, le mongolfiere, riempiti di gas più leggeri
dell'aria, in grado di sollevare verso l'alto un determinato peso. L'inglese G.
Cayley, tra il 1796 e il 1857, si dedicò allo studio delle ali degli
uccelli e della loro aerodinamicità: si devono a lui le definizioni dei
concetti di resistenza aerodinamica, portanza e stabilità longitudinale.
A lui si deve anche la sperimentazione in volo del planoforo (una specie di
aliante). Dopo aver fissato tale planoforo a un braccio rotante, Cayley
osservò che le ali del velivolo dovevano formare una specie di V ottusa
per garantire la stabilità laterale del corpo pesante in volo; per
garantire invece la stabilità longitudinale era necessario che il mezzo
fosse fornito di un piano di coda. Partendo da tali studi di aerodinamica, ebbe
inizio una serie di progettazioni volte a realizzare mezzi semoventi più
pesanti dell'aria. W.S. Henson nel 1841 costruì un velivolo, con piano di
coda a forma di coda di uccello, fornito di un motore a vapore; il peso del
motore, però, fu la causa dell'insuccesso di tale modello, che non
riuscì a sollevarsi. Risale al 1852 la costruzione del primo motopallone
mosso da un motore a vapore, ad opera del francese H. Giffard. P. Haenlein, nel
1872, realizzò un motopallone, la cui elica fu azionata da un motore a
gas di carbone, mentre il motopallone di C. Renard e A.C. Krebs, del 1884, venne
dotato di un motore elettrico. La prima Società Aeronautica fu fondata in
Gran Bretagna nel 1866 e raccolse la documentazione su studi e prove
sperimentali. L'inglese F.H. Wenham arrivò a stabilire che la portanza di
un velivolo variava in funzione del profilo delle ali e che si muoveva con il
mezzo, formando un angolo in rapporto alla spinta (angolo di incidenza). Il
francese A. Pénaud, tra il 1870 e il 1880, effettuò
sperimentazioni su modellini di ornitotteri, elicotteri e aeroplani, che si
muovevano grazie a molle a elastico. Un velivolo dotato di ali che formavano un
angolo diedro, fornito inoltre di piani di coda ad angolo negativo e di un'elica
propulsiva mossa da una molla a elastico, si sollevò da terra e
riuscì ad effettuare un breve volo. Tuttavia la realizzazione di veri e
propri aeroplani fallì a causa della presenza di pesanti motori a vapore
e per l'assoluta mancanza del controllo sul mezzo in volo. Per quanto riguarda i
mezzi ad ala rotante, nel 1842 l'inglese F.H. Philips riuscì a far
sollevare un modellino di elicottero a vapore; tra il 1877 e il 1884, inoltre,
furono costruiti prototipi di elicotteri capaci di alzarsi in senso verticale
grazie al traino di due eliche controrotanti. L'effetto suolo, cioè uno
speciale effetto aerodinamico, permetteva a tali mezzi di ottenere una lieve
spinta. Tra il 1890 e il 1900 vennero compiute sperimentazioni di modelli nelle
gallerie del vento; gli alianti invece furono sperimentati in aria. Il francese
Clément Ader riuscì, tra il 1882 e il 1897, a fare alzare un
pesante mezzo dotato di grandi ali e munito di due motori a vapore, i quali
guidavano un'elica ciascuno. O. Lilienthal realizzò modelli di alianti,
dai quali si poté valutare l'importanza della curvatura e dell'angolo di
incidenza delle ali ai fini del volo. A partire dal 1900 sui motopalloni
(dirigibili di A. Santos e F. von Zeppelin) vennero applicati motori a scoppio,
che garantivano una spinta propulsiva superiore a quella fornita in precedenza
da altri tipi di motore. Tra il 1900 e il 1903 i fratelli americani Orville e
Wilbur Wright compirono esperimenti con un apparecchio da loro inventato, dotato
di ampie superfici portanti (due grandi ali sovrapposte e due piccole ali
anteriori, che avevano la funzione di migliorare la stabilità del mezzo).
Due eliche propulsive assicuravano la spinta; la presenza di un motore a scoppio
di tipo leggero migliorava inoltre il rapporto peso-spinta; il controllo
latero-direzionale era possibile grazie al comando coordinato tra i timoni
verticali di coda e lo svergolamento del bordo delle ali. Tra il 1903 e il 1913
furono progettati vari tipi di aerodine (ortotteri, ornitotteri, monoplani,
elicotteri, biplani, multiplani) e furono realizzati grandi dirigibili rigidi,
azionati da potenti motori a scoppio, opera di von Zeppelin. Il rapporto
peso-spinta venne migliorato con l'introduzione di motori a scoppio più
leggeri e potenti. Per migliorare il controllo e l'aerodinamicità, gli
apparecchi vennero dotati di due coppie di ali (assicurate alla carlinga), di
alettoni, impennaggi di coda, ipersostentatori. Fu inoltre migliorato il profilo
alare per aumentare la portanza. Alla fine della prima guerra mondiale,
l'
a. divenne un'attività industriale. Risale a questo periodo la
costruzione di gallerie del vento per effettuare prove di aerodinamica e
apportare miglioramenti alla forma dei velivoli. Aeroplani ed elicotteri
sostituirono progressivamente i dirigibili; inoltre si impose la
necessità, per volare ad alta quota e con velocità notevoli, di
modificare la struttura degli apparecchi oltre che i materiali e i propulsori
impiegati. In un primo tempo vennero utilizzate le leghe leggere; in seguito si
ricorse ad acciai speciali. Studi accurati furono compiuti sulla forma e la
disposizione delle ali; la fusoliera assunse una forma atta a contenere carichi
ingenti pur mantenendo la massima aerodinamicità. Dal momento che, con
l'aumento del carico, cresceva il peso dei velivoli, vennero utilizzati motori
più leggeri in grado di mettere in movimento una o due eliche a passo
variabile. Nel corso della seconda guerra mondiale, ci si rese conto che i
motori a elica non potevano raggiungere velocità superiori ai 600 km/h; i
motori a turbine, al contrario, erano in grado di oltrepassare i 1000 km/h. Alla
fine della seconda guerra mondiale, le sperimentazioni in galleria si
dimostrarono insufficienti di fronte alle problematiche legate al volo
supersonico. Gli studi di
a. teorica consentirono di elaborare teorie sul
volo supersonico. I progressi compiuti nei settori della metallurgia,
dell'elettronica e della tecnologia garantirono sempre più la
qualità e la sicurezza del volo con il mezzo più pesante
dell'aria. Negli ultimi anni, gli studi effettuati sulla missilistica e sulla
navigazione spaziale hanno permesso di ottenere notevoli risultati nell'ambito
del volo verticale, del decollo corto, della sostentazione e del volo
stratosferico ad alte velocità.