(dal nome del capostipite
Achemene).Dinastia persiana
al potere dal VI al IV sec. a.C. Costituì il primo Impero persiano,
esteso dalla fascia nord-occidentale dell'India e il fiume Iassarte, fino al
Mare Egeo e all'Egitto: in questo modo, fra il VI e il IV sec. a.C., si
trovò a essere unificata, all'interno di una sola organizzazione statale,
una grande porzione del mondo civile. • St. -
Teispe, figlio del capostipite
Achemene e a sua volta origine dei
due rami della dinastia, lasciata la terra dell'Elam passò in Susiana,
dove fondò il regno di Anzan, che passò al figlio
Ciro I,
mentre l'altro figlio
Ariaramne e i suoi discendenti regnarono sulla
Perside. Con
Ciro II il Grande (550 - 529 a.C.), che si ribellò
contro i Medi, ebbe inizio lo splendore e la potenza dell'Impero persiano che
già abbracciava Media, Assiria, Babilonia, Lidia e, con
Cambise II
(529-522 a.C.) figlio di Ciro il Grande, anche l'Egitto. Alla morte di
quest'ultimo in battaglia e fallito il tentativo di usurpazione di Smerdi nello
stesso anno, salì al trono
Dario I, primo re del secondo ramo
della dinastia e vero organizzatore dello Stato achemenide. Il suo nome e quello
dei due successori
Serse e
Artaserse sono legati alle guerre
ingaggiate contro i Greci. L'ultimo re della dinastia fu
Dario III
Codomanno che, nel 330 a.C., venne battuto ad Arbela da Alessandro Magno e
assassinato da due suoi satrapi. Fu attraverso l'egemonia achemenide che il
Vicino e il Medio Oriente entrarono a diretto contatto con la civiltà
ellenica. • Arte - L'altopiano iranico era
abitato, verso i primi secoli del I millennio a.C., da popolazioni nomadi quali
i Medi, i Cimmeri, gli Sciiti e i Persiani. L'arte achemenide nacque proprio
sullo sfondo delle manifestazioni artistiche di questi popoli e raggiunse una
sempre crescente maturità già verso il 550-330 a.C., arricchendosi
poi grazie ai contatti con i Paesi dell'Oriente antico, quali Babilonia,
Assiria, Urartu ed Elam. L'arte achemenide si trovò a essere quindi
caratterizzata dal sincretismo e dalla fusione di elementi e stili diversi. Dal
punto di vista urbanistico ebbe grande importanza il loro insediamento, nei
secc. VIII e VII, a Masgid-i Sulayman, la loro prima capitale, costruita su un
rilievo artificiale e cinta da mura difensive, la cui struttura lasciò
un'impronta anche nelle successive capitali imperiali: Pasargadae, Persepoli,
Susa, tutte ricche di sfarzosi palazzi. Già Pasargadae possedeva uno
schema urbanistico tipicamente achemenide, con la precisa disposizione degli
edifici, la porta trionfale, l'
apadana (o sala di udienza), completamente
aperta e dotata di un sistema di porticati esterni con duplice ordine di colonne
e la residenza imperiale. I soggetti delle sculture sono di tipo animalistico,
secondo una prerogativa dell'arte delle steppe: compaiono quindi numerosi i tori
alati, i leoni, i leogrifi, i cavalli, tutte le raffigurazioni zoomorfe proprie
dell'arte sciita. Estremamente legata al motivo decorativo e ripetitivo, l'arte
achemenide si trovò a riprodurre lo stesso soggetto attraverso soluzioni
artistiche differenti. Ad esempio, il leone veniva raffigurato sulla veste del
re come motivo decorativo ma anche in numerosi bassorilievi, oppure in delicati
oggetti di argenteria. L'impronta della grande scultura di palazzo veniva
riproposta identica ad esempio nelle tombe rupestri dei re a Naqsh-i-Rustam: qui
infatti l'ingresso, ornato da un portico a colonne, riprende in tutto l'aspetto
della facciata del palazzo. Nell'ambito delle arti minori, quali la lavorazione
dei metalli, si esprime con estrema originalità l'arte achemenide,
partendo anche in questo caso da forme e motivi di tradizioni artistiche
esterne.