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Abbagnano, Nicola.

Filosofo italiano. Discepolo di Aliotta, nel 1939 ottenne la cattedra di Storia della filosofia all'università di Torino, divenendo presto uno dei rappresentanti più illustri del pensiero laico e liberale del Novecento italiano. La sua approfondita indagine filosofica è stata da lui stesso definita "esistenzialismo positivo", in netta contrapposizione a quello "negativo" proposto dalle maggiori correnti moderne tedesche e francesi risalenti a Heidegger, Sartre e Jaspers. Il pensiero di A. si sviluppa organicamente traendo spunto dalla polemica antiromantica, per abbracciare la riflessione sulla scienza e approdare infine a una filosofia intesa come incessante ricerca incentrata sulla ragione. L'iniziativa razionale del singolo, in ultima analisi la sua libertà, fa dell'uomo un soggetto attivo nel mondo, capace di comprenderlo e di dominarlo. Essa sarà tanto più efficace quanto più saprà dimostrarsi consapevole dei suoi limiti: da ciò deriva una rivalutazione dell'esperienza concreta intesa come banco di prova per la ragione stessa. Il riscatto delle scienze (in particolare le scienze umane, dalla sociologia all'antropologia), il rinnovamento del metodo devono al pensiero di A. un contributo fondamentale. Filosofo, uomo di cultura, egli si è sempre schierato in prima fila nelle battaglie del suo tempo: membro dell'Accademia dei Lincei, è stato nominato nel 1985 assessore alla cultura del Comune di Milano, dope essere stato eletto nelle liste del PLI. Tra le sue opere citiamo: La struttura dell'esistenza (1939); Introduzione all'esistenzialismo (1942); Esistenzialismo positivo (1948); Possibilità e libertà (1957); Dizionario di filosofia (1960); Questa pazza filosofia, ovvero l'io prigioniero (1979); L'uomo progetto duemila (1980); La saggezza della vita (1985). Tra le opere di storiografia filosofica vanno ricordate: Guglielmo di Ockham (1931) e la sua Storia della filosofia in tre volumi, composta nel 1950 (Salerno 1901 - Milano 1990).