Filosofo italiano. Discepolo di Aliotta, nel 1939 ottenne la
cattedra di Storia della filosofia all'università di Torino, divenendo
presto uno dei rappresentanti più illustri del pensiero laico e liberale
del Novecento italiano. La sua approfondita indagine filosofica è stata
da lui stesso definita "esistenzialismo positivo", in netta contrapposizione a
quello "negativo" proposto dalle maggiori correnti moderne tedesche e francesi
risalenti a Heidegger, Sartre e Jaspers. Il pensiero di
A. si sviluppa
organicamente traendo spunto dalla polemica antiromantica, per abbracciare la
riflessione sulla scienza e approdare infine a una filosofia intesa come
incessante ricerca incentrata sulla ragione. L'iniziativa razionale del singolo,
in ultima analisi la sua libertà, fa dell'uomo un soggetto attivo nel
mondo, capace di comprenderlo e di dominarlo. Essa sarà tanto più
efficace quanto più saprà dimostrarsi consapevole dei suoi limiti:
da ciò deriva una rivalutazione dell'esperienza concreta intesa come
banco di prova per la ragione stessa. Il riscatto delle scienze (in particolare
le scienze umane, dalla sociologia all'antropologia), il rinnovamento del metodo
devono al pensiero di
A. un contributo fondamentale. Filosofo, uomo di
cultura, egli si è sempre schierato in prima fila nelle battaglie del suo
tempo: membro dell'Accademia dei Lincei, è stato nominato nel 1985
assessore alla cultura del Comune di Milano, dope essere stato eletto nelle
liste del PLI. Tra le sue opere citiamo:
La struttura dell'esistenza
(1939);
Introduzione all'esistenzialismo (1942);
Esistenzialismo
positivo (1948);
Possibilità e libertà (1957);
Dizionario di filosofia (1960);
Questa pazza filosofia, ovvero l'io
prigioniero (1979);
L'uomo progetto duemila (1980);
La saggezza
della vita (1985). Tra le opere di storiografia filosofica vanno ricordate:
Guglielmo di Ockham (1931) e la sua
Storia della filosofia in tre
volumi, composta nel 1950 (Salerno 1901 - Milano 1990).