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AIDS.

Sigla di Acquired Immuno Deficiency Syndrome (Sindrome da immunodeficienza acquisita). • Med. - Malattia di origine virale, caratterizzata da infezioni opportunistiche e neoplasie associate a deficit del sistema immunitario. L'immunodeficienza è causata dalla riduzione, fino a scomparsa, di una sottopopolazione di linfociti, i linfociti T helper/inducer (chiamati dagli immunologi linfociti OKT4). La causa eziologica dell'AIDS viene addebitata a un virus del gruppo dei retrovirus, denominato HIV (Human Immunodeficiency Virus), isolato per la prima volta all'Istituto Pasteur di Parigi nel 1981. Il virus HIV è dotato di uno spiccato tropismo per i linfociti OKT4; dopo averli indeboliti e annientati, il virus persiste nell'organismo intaccato, grazie alla capacità di integrarsi a livello del DNA nella cellula infettata. Una volta raggiunto lo stadio di integrazione (che avviene poco dopo l'infezione), il virus può permanere a lungo silente all'interno delle cellule. L'AIDS si manifesta nella prima fase, che può durare alcuni mesi, con astenia intensa, diminuzione del peso, sudorazioni notturne, artromialgie, linfoadenomegalie, febbre e diarrea persistenti. Questi fenomeni si presentano spesso associati a tumori maligni: carcinoma squamocellulare del cavo orale, carcinoma cloacogenetico del retto, carcinoma embrionale del testicolo, fibrosarcoma del fegato, microcitoma, adenocarcinoma polmonare, sarcoma di Kaposi (V. KAPOSI, SARCOMA DI) linfomi, leucemia linfatica cronica. L'azione oncogena dei virus viene facilitata dall'immunodeficienza. Dopo 1-2 anni dall'insorgenza sopravviene generalmente la morte. ║ Il virus HIV si trasmette attraverso tre modalità principali: la via sessuale, le trasfusioni di sangue ed emoderivati e tramite trasmissione materno-fetale. La trasmissione mediante i rapporti eterosessuali può avvenire in doppia direzione (da maschio a femmina e viceversa). La trasmissione attraverso altri liquidi organici (lacrime, saliva, liquido cefalorachidiano), pur teoricamente possibile, non è mai stata dimostrata. Le categorie maggiormente a rischio sono: tossicodipendenti, omosessuali e bisessuali maschi, politrasfusi, emofilici e coagulopatici, bambini nati da madre sieropositiva, partner sessuali di sieropositivi e di appartenenti alle altre categorie a rischio. Una corretta informazione può contribuire a evitare il rischio di contrarre la malattia. Per questo motivo la Commissione Nazionale per la lotta contro l'AIDS ha messo a punto un programma di prevenzione indicando le precauzioni da adottare: evitare rapporti sessuali occasionali e ricorrere all'uso del profilattico in caso di partner occasionali; usare siringhe a perdere ed evitarne lo scambio e la riutilizzazione; in caso di trasfusione fare uso di sangue proveniente da centri trasfusionali autorizzati. La terapia dell'AIDS, non ancora risolutiva né soddisfacente, si basa su farmaci volti a contrastare la replicazione del virus, a combattere le superinfezioni, a sostenere il sistema immunitario.