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INDOEUROPEI
Popolazioni che, verso la fine del III millennio
a.C., si insediarono gradualmente in un'area compresa tra la penisola
del Deccan e le isole britanniche. Erano accomunate tra loro dal fatto
di parlare lingue geneticamente imparentate perché discendenti
da una ipotetica madrelingua, l'indoeuropeo, non attestata da alcun documento
scritto, ma ricostruita attraverso i metodi elaborati dalla linguistica
storica. Il termine designa dunque un fatto essenzialmente linguistico
al quale è stata arbitrariamente aggiunta una valenza storica,
e talora di tipo razziale, passando con ciò a significare anche
tutte quelle genti che parlano quelle lingue. Due sono le teorie sull'origine
di queste popolazioni: la prima, anche in ordine di tempo, le vuole originarie
del bacino della Vistola, tra il mare del Nord e il mar Nero, dal quale
poi si sarebbero portate verso i Balcani e l'area egeo-anatolica. La seconda,
assai più recente, ma che ha acquistato molto credito, le identifica
con i portatori della civiltà cosiddetta kurganica (a causa della
caratteristica delle tombe rinvenute; kurogan significa infatti
"tumulo" in russo) sorta a partire dal V millennio a.C. intorno al mar
Nero, e che mostra innegabili affinità con la cultura dei popoli
indoeuropei: oltre alle tombe a fossa ricoperte da tumuli, gli insediamenti
fortificati, le mazze di guerra, i vasi di ceramica "cordata" (dal tipo
di decorazione), l'uso del rame. Non mancano testimonianze sul fatto che
avessero anche addomesticato il cavallo e facessero uso del carro con
ruota piena. La struttura sociale e culturale era complessa: la società
doveva essere di tipo pastorale, ma al suo interno erano presenti un gruppo
sacerdotale e uno cavalleresco-guerriero. I contadini che, come garantisce
la documentazione più antica, dovevano costituire un gruppo numeroso
della popolazione, erano probabilmente le popolazioni locali con le quali
gli indoeuropei si fusero durante le loro migrazioni.
P. Cuzzolin
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