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FIRENZE, STATO DI

(XII-XV secolo). Organizzazione del dominio territoriale esercitato dal comune di Firenze sul contado e parte della Toscana. I primi tentativi di Firenze di allargare il proprio dominio oltre il contado si riscontrano a metà del XII secolo: nel 1152 fu presa e distrutta Fiesole e, qualche anno più tardi, Empoli (1182). In questa fase obiettivi primari erano il controllo del contado e delle vie di comunicazione. Solo nel terzo decennio del Trecento tuttavia, dopo la crisi dovuta alle vittorie dei grandi condottieri ghibellini Uguccione della Faggiuola e Castruccio Castracani, venne svolta una più decisa politica espansionistica che portò alla conquista di Pistoia (1331), Cortona (1332), Arezzo (1337) e Colle Valdelsa (1338). Queste città non furono però integrate in una struttura unitaria, ma ci si limitò a renderle tributarie e a controllare l'elezione delle loro principali magistrature. Solo tra la fine del XIV secolo e l'inizio del seguente maturò una svolta nella politica verso i territori conquistati: essa ebbe i suoi due momenti primi nella riorganizzazione del Pistoiese e nell'assetto dato a Pisa dopo la conquista (1406). Più lenta fu la conquista della Valdinievole e della Lunigiana. Si trattò non solo di un'opera di riorganizzazione, ma anche di un'espansione territoriale: tra il 1385 e il 1421 furono prese (o riprese) Arezzo, Pisa, Cortona e Livorno. Caso esemplare è quello di Pistoia che al principio del XV secolo fu ridotta col suo territorio a contado: ciò portò alla nomina di magistrati fiorentini scelti a Firenze per reggere il territorio. Al podestà di Pistoia rimasero solo alcune funzioni fra cui l'alta giustizia, mentre per il resto fu rotto ogni legame con il contado. Contestuale fu anche la riduzione del numero dei distretti rurali e il loro ampliamento. Un'operazione analoga fu compiuta per Pisa, dove fu anche introdotta una nuova magistratura destinata a grande fortuna: il vicariato. Si trattava di un'antica magistratura straordinaria fiorentina, trasformata quale elemento di raccordo tra il centro cittadino e i contadi annessi. Per il territorio pisano furono istituiti tre vicariati ai quali nel corso del tempo furono avocati i poteri giurisdizionali superiori con la tendenza a farne dei normali giudici penali. Questa forma di destrutturazione, che sopravvisse anche con la signoria medicea, si contrappose nettamente al precedente modello basato sulla città e sul suo territorio che sopravvisse invece nell'Italia settentrionale.

S. Collavini



G. Chittolini, La formazione dello stato regionale e le istituzioni del contado. Secoli XIV e XV, Einaudi, Torino 1979.