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EGITTO ANTICO
(3000 a.C. - 321 a.C.). Costituito dalla
valle del Nilo, si distingueva in Alto Egitto (tra Assun e il Cairo)
e Basso Egitto (il delta). Le differenze morfologiche e culturali
e una certa rivalità tra queste due regioni restarono una costante
della storia egizia, emergendo con tanta più forza quanto più
si indeboliva il potere centrale. La sua storia effettiva cominciò
agli inizi del terzo millennio con le dinastie tinite (prima e
seconda). Il primo sovrano Menes, originario
di Thinis (alto Egitto) avrebbe riunificato le due regioni, facendo di
Menfi la nuova capitale.
ANTICO E MEDIO IMPERO. In questo periodo (2778 a.C.-2263 a.C. ca,
dalla terza alla sesta dinastia menfita) cominciò la costruzione
delle piramidi, espressione dell'emergente ideologia regale, tra le più
celebri quelle di Zoser (terza dinastia), Cheope,
Chefren e Micerino durante la quarta dinastia.
Oltre al mantenimento della coesione interna del paese si mirò
al suo rafforzamento con spedizioni in Nubia, Libia e Palestina, che assicurarono
la stabilità dei confini. Comparve già in questo periodo
il problema del controllo delle popolazioni nomadi che insidiavano la
sicurezza dei domini nelle regioni orientali. Dalla settima alla decima
dinastia (2263 a.C.-2050 a.C.) prevalsero le lotte tra i diversi signori,
i disordini sociali, la diffusione di bande armate. Emersero le dinastie
meridionali eracleopolitane (la nona e la decima) e verso la fine del
periodo i signori di Tebe e di Ermanthis, tra l'undicesima e la dodicesima
dinastia (2050 a.C.-1785 a.C. ca). Con le dinastie tebane fu ristabilita
l'autorità centrale, riuscendo a limitare i poteri dei nomarchi
(nómoi). Si perseguì essenzialmente una politica di consolidamento
dei confini, con l'espansione in Nubia e Canaan (Amenemhet I, Amenemhet
III e Sesostri III). Dalla tredicesima alla diciassettesima
dinastia (1785 a.C.-1580 a.C. ca) si verificò una nuova frammentazione
del potere e soprattutto l'invasione degli hyksos
che ottennero il controllo del paese (con la quindicesima e sedicesima
dinastia). La riscossa degli egizi incominciò con Kamose,
ultimo sovrano della diciassettesima dinastia tebana.
NUOVO IMPERO. Così viene chiamato il periodo dalla diciottesima
alla ventesima dinastia (1580-1085). Ahmosis, fondatore della diciottesima
dinastia, riuscì dapprima a respingere gli hyksos, quindi diede
inizio a una nuova politica di espansione territoriale, assumendo il controllo
della Fenicia e della Nubia. Amenofi I (1557-1530 ca) e Tuthmosi
III, proseguirono l'opera del predecessore, spingendosi sino all'Eufrate.
Amenofi III e Amenofi IV (che assunse, dopo la sua riforma religiosa,
il nome di Akhenaton) mantennero le conquiste
dei predecessori. Tutankhamon (1352-1344 ca)
e Horemheb (o Harmhabe), suo generale e fondatore della diciannovesima
dinastia, furono costretti a scontrarsi con la nuova politica espansionistica
degli ittiti, che contendevano agli egizi la regione siro-palestinese
e che furono affrontati anche da Seti I e da Ramesse
II (battaglia di Qadesh, 1288 a.C.). Ramesse II infine riuscì
a riportare i confini sino all'Eufrate e concluse con gli ittiti una pace
duratura, sancita dal suo matrimonio con una figlia del loro sovrano.
Merneptah (1235-1224) e Ramesse III
(1198-1166) affrontarono l'ondata migratoria dei Popoli del mare, fermati
sul Nilo da Ramesse III.
BASSA EPOCA. Fra la ventunesima dinastia (1085 a.C.) e la battaglia
di Isso (333 a.C.) iniziò il lento declino della potenza egizia,
col riemergere della tendenza alla frammentazione del paese, la rinuncia
alla conquiste del passato, una spartizione del potere e del paese tra
i sovrani e le autorità del sacerdozio tebano, i quali fondarono
uno stato teocratico, di fatto indipendente dai faroni. Una reazione si
ebbe con Sheshong, fondatore della ventiduesima dinastia (950-730)
di origine libica, che condusse campagne in Palestina, depredando il tesoro
del tempio di Gerusalemme (al tempo del regno di Roboamo). Nella venticinquesima
dinastia di Napata (751-656) spiccarono Piranhi e Shabaka,
che estesero il loro controllo prima al basso Egitto e quindi all'intero
paese, sconfiggendo i sovrani Tefnant e Bocchoris della
ventiquattresima dinastia di Sais. Ma, sotto il loro successore Taharqa,
gli assiri, in netta espansione, aggredirono l'Egitto all'interno dei
suoi stessi confini: il re assiro Assurbanipal distrusse Tebe nel 663.
Ma il quadro politico internazionale non permise agli assiri di mantenere
il controllo sull'Egitto. Di tale situazione seppe profittare Psammetico
di Sais, fondatore della ventiseiesima dinastia, con la quale l'Egitto
ebbe una netta ripresa in ogni campo. Un tentativo di Neco (609-595),
successore di Psammetico, di frenare l'espansione babilonese alleandosi
con gli assiri non ebbe successo: la coalizione fu sconfitta a Karkemish
(605 a.C.) da Nabucodonosor. La storia successiva vide un progressivo
indebolimento dell'Egitto che nel 525, conquistato da Cambise, divenne
una satrapia persiana. La battaglia di Isso, in cui nel 333 a.C. i macedoni
batterono i persiani guidati da Dario III, aprì le porte dell'Egitto
ad Alessandro Magno. Dopo la sua morte (321 a.C.), con la spartizione
dell'impero macedone, il regno d'' Egitto passò sotto il dominio
della dinastia dei Tolomei.
E. Jucci
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