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VIENNA, CONGRESSO DI
(novembre 1814 - giugno 1815). Convegno delle potenze vincitrici su Napoleone, volto a ridisegnare la mappa dell'Europa restaurata dopo gli sconvolgimenti recati dalle guerre napoleoniche. Due furono i principi affermati dalle monarchie conservatrici: quello dell'equilibrio, frutto di una partizione accettabile del continente in "sfere d'influenza" controllate da Austria, Prussia, Russia e Gran Bretagna, e quello di legittimità. La Francia tornava ai Borbone, con Luigi XVIII, grazie all'abilità di C.M. de Talleyrand; la Prussia aumentò notevolmente il proprio territorio; l'impero asburgico, sotto la guida sapiente di Clemens von Metternich, ottenne una stabile influenza sui Balcani, la Germania meridionale e l'Italia. Quest'ultima vedeva il ripristino della dinastia sabauda in Piemonte, del papa e del granduca di Toscana nel Centro, dei Borbone a Napoli e degli imperiali a Milano. La Russia di Alessandro I s'ingrandì a spese della Polonia, della Finlandia e della Bessarabia; la Gran Bretagna di Giorgio III, infine, rappresentata da R.S. Castlereagh, s'impadronì di Malta, delle isole Ionie e di numerose basi nei Caraibi, in Africa e in Oriente. Ma l'obiettivo più importante conseguito dal congresso fu la nascita di un "nuovo ordine", fondato sul "concerto" delle principali potenze europee, volto a contenere, attraverso un sistema di alleanze, l'esplosione di moti di matrice costituzionale, liberale e nazionale.
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