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![]() VERSAILLES, PACE DI (28 giugno 1919). Trattato tra le potenze vincitrici della Prima guerra mondiale e la Germania. A fronte di un atteggiamento cauto e non punitivo del presidente americano T.W. Wilson, i francesi chiesero dure condizioni di pace, preoccupati dall'eventualità di futuri progetti revanscisti tedeschi. La posizione francese finì per prevalere e la Germania fu costretta ad accettare il trattato. La Francia riottenne l'Alsazia e la Lorena e i bacini carboniferi della Saar (che per quindici anni venne affidata alla Società delle nazioni, frutto anch'essa di questa pace); il Belgio i distretti occupati, la Danimarca lo Schleswig settentrionale; la Polonia la Posnania e l'Alta Slesia. Danzica divenne città libera. La Germania, inoltre, perse le sue colonie e i suoi protettorati a vantaggio della Francia, della Gran Bretagna,del Giappone e del Belgio. L'Italia non ebbe compensi coloniali. Nel trattato venne inserito anche il divieto dell'unificazione tra Austria e Germania. L'esercito tedesco venne smantellato: limitato l'armamento, effettivi ridotti a 100.000 unità, marina con 16.000 uomini, annullata l'aeronautica militare. Il trattato rinviò al successivo Congresso di Parigi (1921) le richieste di riparazioni in denaro, che furono enormi: 269 miliardi di marchi e oro in 42 annualità, ridotti dall'"ultimatum di Londra" di pochi mesi dopo a circa 132 miliardi in 30 anni. Inoltre la Germania doveva consegnare i criminali di guerra, a cominciare da Guglielmo II. |
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