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TRADE UNIONS
Sindacati operai inglesi. L'origine, varia e discussa, può essere indicata nelle società di mutuo soccorso (friendly o benefit societies), ammesse per legge nel 1793. Il divieto di associazione sindacale, ribadito dalle Combination Laws del 1799-1800, fu abolito nel 1824-1825, ma il riconoscimento legale venne solo nel 1871. Le prime organizzazioni, locali e ristrette agli operai più qualificati dei singoli mestieri, cercavano di ottenere un controllo sull'offerta di lavoro attraverso la limitazione dell'apprendistato e l'obbligo ai datori di lavoro di assumere i soli organizzati (closed shop). Con la fine dell'agitazione cartista (1848), si accentuò il carattere prevalentemente economico-rivendicativo e non politico del sindacalismo inglese. Si operò il rafforzamento organizzativo delle principali unioni (sindacati) di settore (sull'esempio dell'Amalgamated Societies of Engineers, 1851), coordinate nel Trade Union Congress (Tuc) dal 1868. Lo sciopero dei portuali londinesi del 1889 segnò la nascita del "nuovo unionismo", che iniziò a organizzare anche i lavoratori meno qualificati. L'esigenza di riforme e di sostegno all'azione sindacale spinse, al volgere del secolo, alla costituzione del Labour Party (Partito laburista), che mantenne una linea politica gradualista e riformista. L'ampia autonomia delle singole unioni, la debole autorità degli organismi di coordinamento, la scarsa permeabilità alle idee socialiste di palingenesi sociale, furono i caratteri peculiari del movimento sindacale inglese.
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