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TOLERATION ACTS
(XVII-XVIII secolo). Leggi varate nelle colonie britanniche dell'America del nord per affermare il principio della libertà di culto. Trapiantata in Virginia con i primi coloni, la Chiesa anglicana fu finanziata, come in Inghilterra, grazie alla pubblica tassazione e, in seguito e con i limiti del Toleration Act inglese del 1689, non interferì mai con la libertà di altre confessioni. In Massachusetts e Connecticut, al contrario, dove la Chiesa puritana creò una teocrazia particolarmente chiusa e intollerante nei confronti dei dissenzienti, perseguitati o costretti all'emigrazione, solo il Toleration Act del 1708 riconobbe la libertà di culto, mentre tra il 1727 e il 1731 quaccheri, battisti ed episcopali vennero esentati dal pagamento dei tributi per il mantenimento dei ministri puritani. Nelle altre colonie la tolleranza religiosa consentì sin dagli inizi una convivenza concorde. L'assemblea del Maryland, composta non solo da protestanti, ma anche da cattolici, già nel 1649 aveva approvato un Toleration Act rimasto una pietra miliare della libertà religiosa, mentre alla miriade di sette e congregazioni emigrate dall'Europa la libertà di culto fu riconosciuta sin dagli inizi in Rhode Island, New Jersey e Pennsylvania, con la perdurante discriminazione nei confronti dei non credenti.
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