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![]() TELEGRAFO Sistema che consente di trasmettere a distanza messaggi in chiaro o mediante segni convenzionali. Rientrano in questa categoria sia segnali acustici (tam-tam) sia segnali ottici (fuochi, riflessi, bandiere, fumi) noti all'uomo fin dall'antichità e utilizzati spesso per scopi militari. Grazie all'invenzione del cannocchiale, la telegrafia ottica è ancora largamente impiegata nella navigazione e si avvale di codici di segnalazione basati sull'uso di bandiere o di luci intermittenti di diversa intensità. Relativamente recente è l'impiego dell'elettricità nella telegrafia, che ha dato luogo a due diverse applicazioni tecnologiche: il telegrafo elettrico e il telegrafo senza fili. Le prime sperimentazioni si dovettero allo svizzero P. Lesage che nel 1754 costruì un telegrafo basato su ventiquattro fili metallici, uno per ogni lettera dell'alfabeto, collegati con un elettroscopio che veniva attivato lettera per lettera fino a formare il messaggio. L'adozione della pila, che rese possibile creare una rete di circuiti in interconnessione, consentì ad Ampère, nel 1820, di semplificare il sistema convogliando la corrente elettrica su aghi calamitati in corrispondenza del segnale stabilito dal trasmettitore. Nel 1832 K.A. Steinheil sostituì il galvanometro con dei campanelli, ponendo le basi della telegrafia acustica. Lo stesso anno il geniale pittore statunitense Samuel Morse stabilì i princìpi fondamentali del moderno telegrafo elettrico. Gli elementi peculiari dell'invenzione di Morse sono un circuito elettrico costituito da un trasmettitore, che può comandarne l'apertura o la chiusura a distanza, e un apparato ricevitore attivato da un elettromagnete che registra il segnale su una striscia di carta, trascinata da un volano: qui le lettere dell'alfabeto vengono trasformate in un codice convenzionale di linee e punti. Un apposito sistema di decodifica consente di tradurre in chiaro il messaggio. La prima linea telegrafica sperimentale, tra Washington e Baltimora, fu inaugurata nel 1844 mentre l'alfabeto convenzionale noto con il nome di Morse venne universalmente accettato, come codice di riferimento nelle comunicazioni telegrafiche, nella convenzione mondiale di Madrid del 1936. Un'ulteriore e più ricca applicazione del sistema Morse è quello che ancora oggi è adottato nelle reti telex, un perfezionamento dei sistemi di Hughes e Baudot basato su un codice a cinque elementi fondati sul principio di impulso-assenza di impulso. La telecomunicazione realizzata con il telegrafo fu accolta con grande favore e largamente utilizzata soprattutto dal mondo degli affari, che vedeva in essa la possibilità di compiere operazioni rapide su un mercato allargato tendenzialmente a livello mondiale. Le reti di fili e cavi che collegavano le stazioni telegrafiche avevano però un costo ingente per l'installazione e la manutenzione, tanto che l'ambizioso piano di telegrafia nazionale avviato dai più importanti paesi industrializzati, e per primo dagli Stati Uniti, poté realizzarsi solo con difficoltà. Divenne così un importante obiettivo quello di riuscire a trasmettere messaggi attraverso l'etere per mezzo di onde elettromagnetiche. Le ricerche sull'elettromagnetismo e i fluidi di J.C. Maxwell posero le basi per il lavoro del tedesco Heinrich R. Hertz che, studiando sperimentalmente il comportamento delle onde elettromagnetiche, ne verificò le modalità di propagazione nello spazio. Augusto Righi tra il 1891 e il 1894 riprese le ricerche di Hertz studiando i fenomeni ottici delle oscillazioni elettriche e, infine, la telegrafia senza fili, sulla quale pubblicò per primo un saggio organico nel 1903. Restava irrisolto però il problema della propagazione in linea retta dei segnali elettromagnetici, che li allontanava dalla crosta terrestre a causa della sua curvatura. Fu Guglielmo Marconi a trovare la soluzione, con l'idea di applicare un'antenna a un oscillatore, per farne un trasmettitore, e un'altra a un rivelatore per farne un apparecchio ricevente. Le antenne, in un primo tempo costituite da una lastra metallica, si trasformarono poi in un reticolo di fili a ventaglio, a ombrello, a piramide rovesciata. Grazie alle antenne e ai riflettori parabolici, progettati dallo stesso Marconi negli anni venti del Novecento, divenne possibile inviare segnali a distanze impensabili, come accadde nel 1925 quando lo scienziato bolognese stabilì la prima comunicazione radiofonica a onde corte tra Londra e Sidney. L'invenzione aprì la strada non solo agli sviluppi della radiotelegrafia ma anche alle altre forme di trasmissione a distanza via etere, dalla radiofonia alla radiotelefonia. |
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