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TAFT-HARTLEY ACT
(1947). Legge statunitense, ufficialmente denominata Labor-Management Relations Act (Legge sulle relazioni tra lavoratori e impresa). Eliminò molti dei privilegi sindacali introdotti col Wagner Act del 1935. Prese il nome dei suoi presentatori, il senatore dell'Ohio Robert A. Taft e il deputato del New Jersey Fred A. Hartley, entrambi repubblicani, preoccupati dall'eccessiva forza che il sindacato aveva acquistato durante la guerra, sia per il numero degli iscritti sia per la violenza degli scioperi e delle manifestazioni. Pur preservando il diritto dei lavoratori a organizzarsi e a gestire la contrattazione in modo collettivo, riconobbe però il diritto a non iscriversi ad alcun sindacato e mise fuorilegge, tranne nei luoghi dove la maggioranza dei lavoratori avesse votato in loro favore, le closed shop, aziende che per contratto assumevano solo personale iscritto ai sindacati. Introdusse anche alcune limitazioni al diritto di sciopero, imponendo i sessanta giorni di preavviso e un'autorizzazione federale per le manifestazioni pericolose per la salute o la sicurezza dei cittadini. Ridusse i contributi federali a favore dei sindacati e diede un'interpretazione restrittiva alla definizione di lavoro "non equo" affermando, infine, l'obbligo per i dirigenti sindacali di dichiarare la propria eventuale iscrizione al Partito comunista.
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