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SOVRANITÀ POPOLARE
Concezione politica e giuridica, tesa a legittimare l'idea che la fonte originaria del potere risieda nel popolo, inteso come comunità dei cittadini. La cultura filosofico-politica romana e medievale assecondò il principio della separazione fra titolarità ed esercizio del potere, operando così una distinzione fra la teoria democratica della sovranità popolare e l'organizzazione pratica delle entità statuali: questa finzione avrebbe dovuto consentire al principio di mantenersi incorrotto, mentre la vita politica europea andava strutturandosi in base a una pura logica di potenza. Nei secoli XVII e XVIII, alla sovranità popolare di ascendenza classica si affiancò quella di impronta contrattualistica. Essa ipotizzava un pactum societatis, un accordo, cioè, fra tutti i cittadini sui fondamenti della convivenza civile, e, in seconda battuta, un pactum subiectionis, cui spettava il compito di definire le modalità che avrebbero dovuto sorvegliare il processo di delega del potere (totale o parziale, revocabile o irrevocabile, definitiva o temporanea). Attraverso il contrattualismo, la teoria della sovranità popolare lasciava l'empireo delle disquisizioni dottrinali per trovare realizzazione nel costituzionalismo moderno. Nel Contratto sociale di J.-J. Rousseau (1762), grazie al ricorso alla volontà generale, espressione collettiva del popolo unito in assemblea, il pactum subiectionis non implicava la traslazione di poteri a un certo numero di rappresentanti, ma la semplice obbedienza alla legge comune. In questo caso la sovranità popolare s'inverava in un governo gestito direttamente da tutti i titolari del diritto di cittadinanza. Gran parte dei movimenti politici e rivoluzionari del XIX secolo avrebbero attinto a essa (nelle sue varie accezioni, parlamentari o giacobine) per propiziare mutamenti di regime in senso democratico. Per quanto minata nelle sue basi concettuali dalle varie scuole ispirate al realismo politico, da quella marxista a quella elitista, la sovranità popolare rimase alla base delle moderne liberaldemocrazie, che la ritengono non solo principio informatore dell'organizzazione istituzionale dello stato, ma fonte inesauribile e finale del potere supremo: un potere che, nella civiltà giuridica occidentale, s'identifica con il momento costituente, punto d'origine di un nuovo ordinamento. In questa prospettiva, data la prassi ormai consolidata che scandisce il delicato passaggio da un'espressione della volontà nazionale a un'altra (referendum, assemblee elette appositamente, redazione di carte ratificate dal voto popolare), si può ritenere che la moderna sovranità popolare trovi realizzazione nell'affermazione piena e matura del contrattualismo democratico.

Vedi anche democrazia.

R. Balzani



Dizionario di politica, a c. di N. Bobbio, N. Matteucci, Utet, Torino 1976.
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