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SOLUZIONE FINALE
Politica di eliminazione degli ebrei dall'Europa perseguita da Adolf Hitler e dal nazionalsocialismo. L'ideologia hitleriana era imperniata su un radicale antisemitismo, senza però un chiarimento sul modo in cui questo avrebbe dovuto concretizzarsi. In una prima fase il regime nazionalsocialista perseguì una politica di discriminazioni economiche e giuridiche, che intendeva rendere così difficile agli ebrei tedeschi la vita da indurli a emigrare. Le leggi emanate il 5 settembre 1935, note come leggi di Norimberga, definirono chi poteva far parte del popolo tedesco e chi invece ne doveva essere escluso, ponendo così le basi per qualsiasi futura violenza. Solo dopo lo scoppio della guerra il regime, di fronte al grande numero di ebrei abitanti nei territori occupati, avviò le procedure per una soluzione radicale del problema attraverso lo sterminio. Non è dato sapere se e quando Hitler dette un preciso ordine in proposito; è plausibile ritenere che egli comunque avesse approvato in linea di massima i piani elaborati da A. Eichmann per conto delle Ss. Circa 700.000 ebrei furono sterminati in forme non pianificate durante l'avanzata tedesca in Unione sovietica; altri nei ghetti polacchi e russi. Solo a partire dall'estate 1942 iniziarono a funzionare i campi di sterminio, in cui gli ebrei, deportati da tutta Europa, venivano sistematicamente annientati per mezzo del gas. Si calcola che la soluzione finale, che gli ebrei chiamarono shoah (sterminio), abbia provocato la morte di cinque-sei milioni di ebrei.
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