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SANCULOTTI
(sans-culottes). Termine coniato durante la rivoluzione francese per designare i popolani che portavano i pantaloni lunghi invece delle culottes, calzoni corti e aderenti preferiti dall'aristocrazia. Adoperato dapprima in senso spregiativo dalla pubblicistica ostile alla rivoluzione, con il radicalizzarsi della lotta politica l'appellativo divenne motivo di orgoglio per i militanti delle sezioni parigine. Quanto a provenienza sociale i sanculotti erano essenzialmente produttori indipendenti, piccoli commercianti e artigiani, ai quali si aggiungeva una modesta percentuale di salariati. Erano decisamente esclusi dalle loro fila sia i poveri e gli indigenti, sia la borghesia agiata dei grossi rentiers, dei mercanti e dei capitalisti. Protagonisti delle giornate rivoluzionarie e reclutati in massa nelle armate, i sanculotti si imposero sulla scena politica dall'estate 1792 fino alla primavera 1795. Sensibili alle difficoltà d'approvvigionamento, all'aumento dei prezzi e alla svalutazione degli assegnati, reclamarono la regolamentazione dell'economia e la fissazione del maximum dei prezzi. Sostenitori della democrazia diretta, tollerarono male il sistema rappresentativo e la concentrazione di potere nelle mani del governo rivoluzionario. Indifferenti alle vicende del nove termidoro, furono in momentanea ripresa dopo la caduta di Robespierre, ma si disgregarono in seguito al fallimento delle giornate insurrezionali di germinale e pratile (aprile-maggio 1795).
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