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PURITANESIMO
Movimento religioso di tendenza rigorista sorto all'interno dell'anglicanesimo, con l'intento di riformare la Chiesa d'Inghilterra secondo il modello calvinista. Considerandosi investiti direttamente da Dio per l'attuazione di un disegno di salvezza dell'Inghilterra e del mondo intero, i puritani predicavano in particolare la necessità di svincolare la Chiesa dal potere politico e rifiutavano la struttura gerarchica implicita nell'organizzazione episcopale, contrapponendole un sistema di tipo presbiteriano, che aveva l'autorità suprema nel gruppo degli "anziani" eletti direttamente dai fedeli. Al rigorismo religioso corrispose presto un radicalismo politico che si espresse nell'opposizione ai cattolici Stuart. Dopo l'esilio ai tempi di Maria Tudor, anch'essa cattolica, i puritani inglesi, in quanto contrari all'assetto episcopale e alla supremazia dei sovrani sulla Chiesa, vennero colpiti da Elisabetta I, che aveva imposto l'Atto di supremazia (1559). Guidati da Thomas Cartwright (1535-1603) si diedero allora una organizzazione separata. Molti presero la via dell'esilio verso l'America settentrionale (tra questi i famosi Padri pellegrini) prima che i contrasti interni sfociassero nella guerra civile inglese del 1640. Dopo la vittoria il parlamento puritano abolì l'episcopato e il Prayer book (1643-1644) e iniziò i lavori per la riforma della Chiesa con l'Assemblea di Westminster. L'ostilità dei congregazionalisti (o indipendenti), contrari a ogni Chiesa di stato e fautori di una totale autonomia delle comunità cristiane, impedì che si costituisse un organismo puritano stabile. La restaurazione dell'episcopalismo anglicano a opera di Carlo II, la destituzione dei pastori e le incarcerazioni seguite alla proclamazione dell'Atto di uniformità (1662) determinarono una crisi decisiva. Il movimento, esauritosi in Inghilterra nonostante la piena libertà ottenuta con il Toleration Act (1689) lasciò tuttavia una importante eredità nel Nuovo mondo, ove si espresse nella forma congregazionalista nei primi quarant'anni di colonizzazione del New England, dal 1620 al 1640. La piccola colonia dei "padri pellegrini" della Mayflower sbarcati nel Massachusetts il 21 dicembre 1620 fu seguita dalla grande migrazione dei puritani che, sotto la guida di John Winthrop (1588-1649), vi fondarono Boston nel 1630. Fuggiti dall'oppressione della Chiesa d'Inghilterra, i puritani non tardarono a manifestare a loro volta una propria intolleranza religiosa. I membri delle sette non calviniste che tentarono d'insediarsi nella colonia di Plymouth furono perseguitati e molti messi a morte. Il predicatore Roger Williams (1603?-1683) sfuggì per poco alla vendetta dei puritani allorché tentò di democratizzare la Chiesa di Salem, ma riuscì poi a fondare una colonia relativamente tollerante (Rhode Island). Con gli indiani, i puritani furono altrettanto spietati. Secondo un vecchio, ma significativo adagio: I Padri Pellegrini si gettarono prima in ginocchio, e poi sugli aborigeni. L'aspetto più interessante del puritanesimo consisté nella cosiddetta "teologia del patto", che sviluppava il motivo biblico del patto tra Dio e Abramo. Al centro era l'idea di una Nuova Gerusalemme, comunità degli eletti o dei santi invisibili. Il patto con Dio fa riunire i credenti in comunità autogovernantisi con metodi democratici per pregarlo in pubblico. All'interno della comunità stessa, poi, l'esistenza del singolo individuo si giustifica con la vocazione generale a essere un buon cristiano e, nel contempo, con la vocazione particolare a svolgere un ruolo ben determinato nella società, ruolo che l'individuo può scoprire analizzando sé stesso e le proprie capacità. Convivevano nel puritanesimo tanto una spiritualità tormentata quanto un accentuato impulso razionalizzante.

P. D'Attorre, G. Signorotto
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