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PASSAGGIO A NORDOVEST
Via marittima che costeggia la parte settentrionale del continente americano. L'opportunità di raggiungere le Indie orientali attraverso essa, invece che per il passaggio a nordest, fu sostenuta per la prima volta dal navigatore inglese Humphrey Gilbert nel 1576. Nello stesso anno il suo connazionale Martin Frobisher scopriva la baia omonima. In seguito tra il 1585 e il 1587 John Davis esplorò lo stretto di Cumberland, arrivando fino a 73° nord e riportando la convinzione che l'attraversamento del passaggio fosse di facile esecuzione. Nel 1610 Henry Hudson, dopo aver invano ricercato il passaggio a nordest, navigò fino alla baia di Ungava, dove fu bloccato dai ghiacci e abbandonato dall'equipaggio. Ulteriori tentativi furono compiuti tra il 1612 e il 1615 da Robert Bylot, Thomas Button e William Baffin, che riportarono tuttavia la convinzione che non esistesse alcun passaggio praticabile. Nel periodo successivo l'interesse per la ricerca del passaggio come via per raggiungere le Indie fu sostituito dallo sfruttamento delle risorse locali. Colonie commerciali di pellicce si instaurarono così a partire dal 1670 nella zona dell'estuario del fiume San Lorenzo e della baia di Hudson. I tentativi per trovare il passaggio ripresero soltanto nel corso dell'Ottocento con le famose spedizioni di William Parry, che nel 1819 riuscì a determinare la posizione approssimativa del polo Nord magnetico (1819), e di John Franklin che, dopo aver compiuto numerose osservazioni scientifiche nella baia di Hudson (1819), tentò l'attraversamento del passaggio con le navi Erebus e Terror, ma fu bloccato dai ghiacci; di lui non si seppe più nulla nonostante le numerosissime spedizioni organizzate dalla vedova e dal governo britannico per ritrovarlo. Il passaggio fu attraversato per la prima volta nel 1903 dal norvegese Roald Amundsen.

A. Visconti


A. Cornuault, Les forceurs du Passage de Nord-Ouest, France-Empire, Parigi 1978.
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