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MORTALITÀ INFANTILE
Mortalità che colpisce i bambini tra la nascita e, per convenzione, il primo compleanno; in senso più generale la mortalità dei primi periodi (giorni, mesi, anni) della vita, nei quali, in epoche passate nei paesi sviluppati e ancora oggi in molti paesi del mondo, i rischi di morte possono essere particolarmente elevati. Ciò è imputabile a cause endogene, legate alle condizioni della gravidanza e del parto o a difetti congeniti del bambino, o a cause esogene, e cioè al rischio di contrarre malattie infettive, alle conseguenze di una scarsa o non idonea alimentazione (soprattutto nella delicata fase dello svezzamento), a condizioni igienico-ambientali precarie. La mortalità infantile di tipo endogeno colpisce quasi esclusivamente nei primi giorni e nelle prime settimane di vita. È imputabile essenzialmente a questo tipo di cause la quota (generalmente inferiore a 10 ogni mille nati) di morti nel corso del primo anno di vita registrata ancora alla fine del Novecento in Italia e negli altri paesi sviluppati, mentre nei paesi meno sviluppati mediamente otto bambini su cento non sopravvivevano fino al primo compleanno. Il livello della mortalità infantile era però ancora più alto in alcuni paesi asiatici e soprattutto africani, dove le condizioni igieniche e i livelli nutritivi erano particolarmente precari. In Italia l'elevato rischio di morte nelle prime età della vita ha costituito in passato, fino all'inizio della transizione demografica, il principale fattore di freno dello sviluppo demografico; ancora all'inizio del XIX secolo un quarto dei nati era destinato a soccombere nel primo anno di vita e non più della metà raggiungeva l'età della pubertà. Anche un livello di fecondità molto elevato, in tali condizioni, poteva garantire appena, nel lungo periodo, una crescita modesta della popolazione. L'alta mortalità infantile del passato era in gran parte legata al livello di vita assai precario delle popolazioni e quindi alle condizioni igieniche, nutritive e abitative insoddisfacenti (cause esogene) che caratterizzavano in primo luogo l'infanzia. Le notevoli differenze riscontrabili sul piano territoriale, non sempre correlate con analoghe differenze nelle condizioni economico-sociali, chiamano però in causa anche fattori diversi, in parte di tipo climatico e ambientale, in parte legati a differenti atteggiamenti culturali e in particolare alle pratiche relative all'allattamento e allo svezzamento.

L. Del Panta


A. Pinelli, La sopravvivenza infantile, in E. Sonnino (a c. di), Demografia e società in Italia, Editori riuniti, Roma 1989.
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