![]() |
||
![]() |
![]() MONROE, DOTTRINA (1823). Indirizzo di politica estera Usa elaborato dal segretario di stato J.Q. Adams e illustrato dal presidente Monroe nel suo messaggio al Congresso del 2 dicembre 1823. Teorizzò la netta contrapposizione tra il Vecchio mondo delle monarchie e il Nuovo mondo delle repubbliche e affermò il principio che proibiva alle potenze europee di fondare nuove colonie nell'emisfero occidentale e di intervenire negli affari interni di nazioni indipendenti del continente americano. Enunciata per manifestare l'opposizione degli Stati Uniti a una spedizione franco-spagnola contro le colonie latinoamericane dichiaratesi indipendenti, ebbe come principale obiettivo l'esclusione delle potenze europee da ogni rivendicazione sulla costa nordoccidentale del Pacifico (sottratta alle pretese spagnole col trattato Transcontinentale del 1819 ma già popolata da stazioni russe e inglesi), considerata strategica dal punto di vista commerciale in quanto via nordamericana all'India. Negli anni della presidenza Polk (1845-1849) venne reinterpretata in chiave espansionistica per giustificare l'annessione del Texas e la guerra messicana, diventando, insieme con il Manifest Destiny, il principio guida della politica statunitense di protettorato sull'area centroamericana e caraibica. Trasformata agli inizi del XX secolo in una sorta di "catechismo nazionale" dell'aggressiva democrazia statunitense, legittimò ideologicamente il ruolo di potenza marittima e di polizia perseguito dalla politica del grosso bastone (big stick) di T. Roosevelt (1901-1908). Temporaneamente superata negli anni trenta dalla politica di buon vicinato di F.D. Roosevelt, fu resuscitata negli anni della guerra fredda come diga contro le "infiltrazioni" comuniste nel continente, a giustificazione dei ripetuti interventi politici e militari statunitensi in America centrale e contro Cuba. |
![]() |