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LOMBARDO-VENETO, REGNO
Istituito da Francesco I d'Asburgo-Lorena, imperatore
d'Austria, il 7 aprile 1815, comprendeva gli antichi ducati di Milano e
Mantova, i territori già della Repubblica di Venezia in terraferma
e una parte del Ferrarese. Formalmente indipendente, fu in realtà
una provincia dell'impero asburgico: i codici di Vienna vi entrarono in
vigore a partire dal 1816. Diviso in due grandi regioni, separate dal Mincio
(Governo milanese e Governo veneto), era strutturato in province, distretti
e comuni, ciascuno con precise attribuzioni e dotato di un efficiente apparato
burocratico. L'istruzione pubblica vi ebbe largo sviluppo, e così
pure i servizi. Nonostante il pesante fiscalismo imposto da Vienna e l'autentica
taglia rappresentata dal mantenimento di un esercito imperiale imponente
(70.000 uomini alla vigilia del 1848), il Lombardo-veneto, soprattutto a
partire dagli anni quaranta, ebbe una rapida crescita economica tanto nel
comparto agricolo quanto in quello manifatturiero. Dotato di un governo
proprio fino al 1848, dopo l'insurrezione di Milano e la Prima guerra d'indipendenza
fu retto da un consiglio di luogotenenza, quindi, dal 1856, dall'arciduca
Massimiliano d'Asburgo. Amputato della Lombardia (tranne Mantova) in seguito
alla Seconda guerra d'indipendenza (1859), il regno cessò definitivamente
di esistere dopo la guerra del 1866 con la cessione del Veneto all'Italia.
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