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IRI
(Istituto per la ricostruzione industriale).
Holding pubblica fondata nel 1933 dal regime fascista per il salvataggio
delle principali banche d'investimento italiane (Banca commerciale, Credito
italiano e Banco di Roma), in crisi a causa della depressione economica
avviata nel 1929. Assumendo il controllo di tali banche, l'Iri prese in
carico anche le industrie di loro proprietà, soprattutto nei settori
della cantieristica, siderurgia e meccanica pesante. Inizialmente avrebbe
dovuto essere un ente di liquidazione provvisorio, ma fu trasformato in
permanente nel 1937. Dopo la Seconda guerra mondiale venne riorganizzato
secondo settori di attività (Finmeccanica nel 1948; Finelettrica;
Fincantieri nel 1959), secondo il modello della Finsider, operante già
dal 1933, e promosse altre iniziative economiche nel campo delle costruzioni
stradali e del trasporto aereo. Negli anni sessanta e settanta l'Istituto
sostenne la maggior parte degli investimenti nella siderurgia e nella cantieristica
subendo i contraccolpi della crisi internazionale di questi settori. Particolarmente
consistente divenne l'indebitamento delle società operative e della
società holding aggravato, nel corso degli anni ottanta, dalle difficoltà
dello stato ad assicurare i fondi di dotazione necessari. Nel 1993 il governo
italiano decise perciò di avviare un processo di dismissione e di privatizzazione
delle varie società controllate dall'holding finanziaria.
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