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INTERNAZIONALE, SECONDA
(1889-1914). Organo di coordinamento internazionale tra tutti i sindacati e i partiti socialisti fondato a Parigi nel luglio 1889 al termine di un congresso promosso da due dirigenti del Partito operaio francese, J. Guesde e P. Lafargue. A differenza della prima Internazionale rinunciò a dotarsi di una struttura organizzativa centralizzata e soltanto nel 1900 furono costituiti un comitato esecutivo e un segretariato sotto la presidenza del belga C. Huysmans. I momenti più significativi della sua attività furono pertanto rappresentati dalle assise dei congressi (otto tra il 1891 e il 1912), che servirono da tribuna per regolare alcuni contrasti interni e per dibattere questioni d'interesse generale, come il revisionismo e il ministerialismo, il colonialismo e il problema delle nazionalità, la lotta contro la guerra e l'eventuale utilizzazione dello sciopero generale. Fin dalla prima riunione pose al centro del suo programma la necessità di costituire ovunque partiti politici proletari che, pur evitando intese con i partiti cosiddetti "borghesi", accettassero il parlamentarismo e se ne servissero per migliorare la legislazione sociale e le condizioni di vita delle masse lavoratrici. Il marxismo divenne la dottrina ufficiale dell'organizzazione, ma ben presto l'accentuarsi delle differenziazioni di carattere nazionale tra i vari partiti socialisti ne mise in crisi la compattezza e l'omogeneità. Dopo i congressi di Bruxelles (1891), Zurigo (1893), Londra (1896), Parigi (1900), Amsterdam (1904), a Stoccarda nel 1907 la corrente rivoluzionaria guidata da G. Hervé, Rosa Luxemburg e Lenin, contrari a ogni patriottismo, si scontrò con l'ala moderata diretta da Bebel e Vollmar, capi della socialdemocrazia tedesca, che in caso di guerra si proclamavano decisi a difendere la Germania. Lo scoppio della Prima guerra mondiale comportò la fine della seconda Internazionale poiché prevalsero, nella maggior parte dei partiti socialisti aderenti, l'istinto patriottico su quello internazionalista e la necessità di accorrere a difendere i rispettivi paesi impegnati nel conflitto. Né ebbe successo il tentativo di M. Adler e K. Kautsky, esponenti dell'austromarxismo, non pronunziatisi né a favore né contro la guerra, di mantenere in vita l'organizzazione sotto il nome di Unione internazionale socialista o Internazionale di Vienna (detta spregiativamente dai comunisti "Internazionale due e mezzo").

F. Conti


G.D.H. Cole, Storia del pensiero socialista. La seconda Internazionale, 1889-1914, Laterza, Bari 1968; G. Haupt, La seconda Internazionale, La Nuova Italia, Firenze 1973.
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