![]() |
||
![]() |
![]() IMPERATORE Titolo sovrano derivato dal latino imperator e venuto caratterizzandosi nei secoli III-IV d.C. per il doppio fondamento politico e religioso della sua dimensione di universalità espresso, il primo nella contrapposizione fra i valori della civiltà e la barbarie e il secondo dal ricorso ai culti solari (Sole invitto), al paganesimo classico e successivamente al cristianesimo. Implicazione fondamentale del titolo imperiale era che poteva esistere un solo imperatore. Essa divenne ancora più netta allorché il cristianesimo ne divenne la base di legittimità, in quanto unica religione vera e per la diretta derivazione da Dio della legittimità del potere imperiale (un Dio, un imperatore). Rimesso in vigore da Carlo Magno e Ottone I (IX-XI secolo) in comunità con il titolo romano e in concorrenza con quello di basileus assunto dagli imperatori d'Oriente, mantenne nei secoli successivi una prevalente connotazione di sacralità, in base alla quale gli imperatori affermarono, oltre alla loro superiorità sui re, il diritto a designare i titolari delle sedi vescovili e del papato e a controllarne la condotta morale. La Riforma gregoriana e la lotta per le investiture (XI-XII secolo) rimisero in questione l'aspetto religioso della funzione (il potere politico, fondato sui peccati degli uomini, doveva essere legittimato da quello sacerdotale). Dopo il tentativo di Federico Barbarossa di recuperare il solo aspetto politico-giuridico della nozione romana di imperatore, il titolo imperiale del Sacro romano impero mantenne una dimensione religiosa (divenuta col tempo una pura formalità) solo per l'obbligo che gravava sugli imperatori di farsi incoronare dal papa. Dal XV secolo, abbandonata dagli imperatori tedeschi ogni pretesa di universalità religiosa e politica e divenuta anacronistica l'incoronazione papale, il titolo finì col designare soltanto il sovrano germanico eletto dai principi elettori. Le idee di universalità e di legittimità religiosa restarono in qualche modo legate al titolo di zar (czar, cesare), prima concesso dal basileus al re dei bulgari e poi stabilmente usato dal sovrano russo in diretta continuità con la tradizione bizantina. Fu invece solo per ragioni di prestigio che Napoleone assunse il titolo di imperatore e che quello di Kaiser (imperatore in tedesco, da Cesare), conservato dagli Asburgo anche dopo la fine del Sacro romano impero, venne ripreso nell'impero di Germania creato nel 1871. I concetti di impero e imperatore sono usati per analogia ma non sempre appropriatamente per riferirsi a sistemi di potere con aspirazioni universali, multietnici e con un doppio fondamento di legittimità, politico e religioso. S. Guarracino |
![]() |