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HITLER, ADOLF
(Braunau 1889 - Berlino 1945). Politico tedesco
di nascita austriaca. Figlio di un impiegato delle dogane austriache, non
completò gli studi e non ebbe un lavoro stabile. Emigrato a Monaco
nel 1913, si arruolò volontario nella Prima guerra mondiale, alla
fine della quale entrò nella vita politica, aderendo a un piccolo
partito d'estrema destra, la Deutsche Arbeiter Partei, che dal 1920 assunse
la denominazione di Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei
(Nsdap, Partito nazionalsocialista dei lavoratori). Messosi in luce per
le sue doti di oratore, nel novembre 1923 tentò di effettuare un
colpo di stato (putsch di Monaco). Arrestato, durante la breve detenzione
scrisse la sua opera programmatica, intitolata Mein Kampf, in cui
esponeva una visione del mondo fondata sul razzismo e sulla violenza. Nella
seconda metà degli anni venti assunse il pieno controllo della Nsdap,
facendone un efficiente strumento propagandistico. Dopo lo scoppio della
crisi economica del 1929, il successo di Hitler e del suo programma crebbe
tra i disoccupati e i ceti medi, timorosi di un declino sociale. Hitler
condusse una politica ostile verso la repubblica e il sistema democratico,
che gli valse ampi consensi anche tra la classe dirigente. Nel gennaio 1933
il presidente Hindenburg lo nominò cancelliere di un governo in cui
i conservatori erano in maggioranza. La loro aspettativa di riuscire a tenere
sotto controllo Hitler si dimostrò illusoria. In rapida progressione
egli attuò una politica estera aggressiva e di riarmo, mentre in
campo economico-sociale represse i sindacati e rilanciò l'industria
tedesca attraverso la produzione di armi e una serie di lavori pubblici.
La sua politica estera, inizialmente finalizzata a riunire tutti i tedeschi
all'interno di un unico stato (annessione dell'Austria e dei tedeschi dei
Sudeti), nel 1939 lo portò ad attaccare la Polonia, facendo
scoppiare la Seconda guerra mondiale. Nel 1941 Hitler scatenò la
guerra, voluta soprattutto per motivi ideologici, anche contro l'Unione
sovietica, pur senza avere ancora sconfitto la Gran Bretagna. Hitler, sempre
più isolato dal mondo esterno, man mano che si profilava, dopo il
1943, la sconfitta delle sue forze armate e del suo fanatico sogno di Reich
millenario, cercò di coinvolgere nella propria caduta il popolo tedesco,
ritenendolo indegno della missione storica affidatagli. Il 30 aprile 1945
si suicidò nel bunker di una Berlino distrutta e ormai in mano all'odiata
Armata rossa.
G. Corni
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