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HARAKIRI
Forma di suicidio rituale più nota, in Giappone, con il termine di seppuku. Consiste in un profondo e ampio taglio orizzontale dell'addome inflitto dal suicida, immediatamente seguito dalla sua decapitazione eseguita da un assistente. Secondo un'antica tradizione nell'addome risiedono, infatti, le forze vitali dell'uomo. In epoca Tokugawa, e fino all'entrata in vigore del nuovo codice penale nel 1873, il seppuku venne codificato come una delle pene cui potevano incorrere i samurai per gravi infrazioni. Come tale divenne e rimase uno dei simboli dell'ideologia nazionalista, particolarmente enfatizzato nell'educazione scolastica anteguerra. Tra i numerosi casi di suicidi rituali, anche collettivi, famosissimo è quello dei Quarantasette Ronin in periodo Tokugawa. Clamorosi atti di seppuku si ebbero in altre circostanze, come a conclusione dell'insurrezione di Satsuma nel 1877, alla morte dell'imperatore Meiji nel 1912, nel corso della Seconda guerra mondiale e all'annuncio della resa nel 1945. Assai spettacolare, infine, il suicidio, effettuato secondo i canoni più rituali, dello scrittore ultranazionalista Mishima Yukio nel 1970.
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