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![]() HAILÉ SELASSIÉ I (Tafari Makonnen, Edjersso 1892 - Addis Abeba 1975). Reggente (1916 1930) e imperatore d'Etiopia (1930-1974). Figlio di ras Makonnen, cugino di Menelik II, crebbe a corte e nel 1910 ebbe il governatorato di Harar. Possibile candidato alla successione di Menelik, Tafari sostenne dapprima Iyasu V e quindi guidò nel 1916 la rivolta che estromise questo imperatore filomusulmano, rinunciando tuttavia, ancora una volta, ad avanzare pretese. Reggente durante il regno dell'imperatrice Zauditu, esercitò il potere reale e proseguì la modernizzazione della compagine imperiale e i contatti col mondo occidentale. Nel 1923 ottenne l'ammissione dell'Etiopia alla Società delle nazioni. Fattosi incoronare negus nel 1928, alla morte dell'imperatrice, nel 1930 divenne imperatore (Negusa Nagast). Nel 1931 introdusse un senato di notabili, e proseguì le riforme fino all'invasione italiana del 1935-1936. Celebre il suo intervento alla Società delle nazioni in difesa dell'indipendenza etiopica. Esule in Inghilterra, tornò sul trono in seguito alla liberazione del suo paese a opera delle forze anglo-etiopiche nel 1941. Nel dopoguerra intraprese un'opera di intensa modernizzazione dell'impero, completando la demolizione del potere dell'aristocrazia terriera provinciale, centralizzando le forze armate e limitando le autonomie della Chiesa. L'Etiopia conobbe un consistente sviluppo delle strutture economiche e educative attuato attraverso una sostanziosa assistenza occidentale, specialmente Usa. Sul piano internazionale e africano la figura di Hailé Selassié acquistò rilievo specialmente negli anni sessanta, allorché l'Etiopia svolse un ruolo guida nell'Organizzazione dell'unità africana (Oua). Tuttavia la sostanziale autocrazia del sistema imperiale non venne meno, al di là di formali aperture al parlamentarismo (costituzione del 1955). Sventato un colpo di palazzo nel 1960, dovette affrontare la questione del separatismo dell'Eritrea, causa di progressiva frustrazione nelle forze armate. Nel 1974 la decomposizione del suo sistema di potere eruppe in un ammutinamento militare e quindi in una serie di rivolte sociali che lo costrinsero alle prime reali concessioni di poteri. In breve i militari controllarono la situazione. Deposto e messo agli arresti nel palazzo, morì in circostanze poco chiare nel 1975. Le sue spoglie, rintracciate e riesumate nel 1992, furono tumulate con gli onori imperiali nella cattedrale di Addis Abeba. Seppure attraverso i modi e le forme della tradizione monarchica e cristiana delle popolazioni amhara dell'altipiano, fu l'artefice dell'Etiopia moderna, avendo tentato di trasformare in nazione la congerie di popolazioni soggette all'impero e di creare una borghesia burocratico-militare direttamente legata al servizio dello stato centrale e svincolata dall'aristocrazia tradizionale. P. Valsecchi | ![]() |