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GIANSENISMO
Corrente religiosa e politico-ecclesiastica franco-belga, poi europea, scaturita dalle vicende legate all'Augustinus di C. Giansenio. Roma condannò l'opera nel 1643 e nel 1653, ma la vivace resistenza giansenista si avvalse degli abili interventi di A. Arnauld e del clima antigesuitico diffuso in Francia dalle Lettres provinciales di Pascal (1656). Un periodo di relativa calma a opera di papa Clemente IX, a partire dal 1669, consentì lo sviluppo di una seconda fase del giansenismo che, dopo il rigorismo devozionale di Arnauld e quello morale di P. Nicole, fu improntato da una fervida attenzione alla conoscenza diretta e interiorizzata della Scrittura, soprattutto del Nuovo Testamento, espressa con enorme successo dalle Réflexions morales di P. Quesnel. Dopo che le Réflexions furono condannate con la bolla Unigenitus (1713), anche per la concezione antigerarchica della Chiesa che contenevano, il giansenismo assunse forme di aperta rottura con Roma attraverso l'appello al futuro concilio (giansenismo appellante) e l'esplosione di tendenze apocalittiche e millenaristiche che perdurarono sino alla rivoluzione francese. In Italia il giansenismo si collegò invece col vescovo di Pistoia Scipione de' Ricci al movimento delle riforme illuminate e con E. Degola a Genova al democratismo rivoluzionario durante il breve periodo della Repubblica ligure.
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