Tweet


FASCI SICILIANI
(1891-1894). Movimento popolare, di ispirazione democratica e socialista, sorto in Sicilia fra il 1891 e il 1893 per organizzare contadini, operai e minatori, soprattutto nella zona delle zolfare. A metà strada fra le società politiche e sindacali, le leghe di resistenza, il mutualismo tradizionale e la cooperazione, i Fasci, guidati da Rosario Garibaldi Bosco (a Palermo), dal medico Nicola Barbato (a Piana dei Greci), da Bernardino Verro (a Corleone) e da Giuseppe de Felice Giuffrida (a Catania), raccolsero il largo malcontento dei ceti subalterni dell'isola, incanalandolo in un programma di vaste rivendicazioni economiche. Misto di sentimenti antichi, talvolta rasentanti la religiosità, e di consapevolezze moderne, frutto di una matura cultura socialista, l'azione dei Fasci toccò il culmine nell'estate del 1893, quando furono stabilite le condizioni da porre alla controparte padronale per il rinnovo dei contratti di mezzadria e di affitto. Seguirono scioperi diffusi ovunque e un autunno contrassegnato da violenti scontri sociali, fino a sfiorare l'insurrezione, che i capi del movimento non seppero sempre controllare. I possidenti chiesero al governo un intervento militare diretto e Crispi, presidente del consiglio, il 3 gennaio 1894 decretò lo stato d'assedio, sciogliendo le organizzazioni dei lavoratori, arrestandone i capi e restaurando l'ordine con le armi.
Stats