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CRISI
Un periodo breve o un'epoca lunga caratterizzati da instabilità, o difficoltà, o rapidi e profondi mutamenti. Per molti secoli il termine appartenne alla scienza medica: deriva, infatti, dal greco críno (distinguere, vagliare) e nel V e IV secolo a.C. venne adoperato da Ippocrate per indicare un rapido mutamento, in meglio o in peggio, nelle condizioni di una malattia. Questo significato si mantenne nel mondo romano e, attraverso il Medioevo, fino al Seicento, quando cominciò a profilarsene l'estensione alla vita politica, ma soltanto nel corso dell'Ottocento la parola entrò nel linguaggio comune, oltre che nell'uso scientifico. Nell'economia è particolarmente significativo il contributo alla sua diffusione che Marx dette nel Capitale. Per la storiografia furono rilevanti l'attenzione al problema della crisi e l'uso del termine da parte di Burckhardt. In tempi più recenti l'uso del termine è stato ancor più generalizzato, e solo nel campo dell'economia ha avuto un uso più specifico. Riferito al lungo periodo indica una riduzione sostenuta della produzione con conseguente disoccupazione, bassa utilizzazione degli impianti, diminuzione degli investimenti. Con riferimento al breve periodo indica una svolta dalla fase ascendente del ciclo verso quella discendente. Pur con tutte le incertezze, nell'economia la crisi può sempre presentare alcuni aspetti misurabili, come l'andamento della produzione, dell'occupazione, degli investimenti. Questi mancano, invece, in tante altre componenti della storia generale. La storiografia, perciò, non è esente da un uso più generico del concetto di crisi, adoperato per indicare qualsiasi epoca o qualsiasi situazione di difficoltà e instabilità in qualsiasi campo, con il risultato che anche sulle crisi più sicure e più studiate, come quella del Trecento e quella, addirittura "generale", del Seicento, vi è disaccordo sia sui fatti, sia sui termini adoperati per discutere di quei fatti.
P. Malanima
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