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CRÉDIT MOBILIER
(1852-1867) Istituto di credito francese.
Nel 1852 i fratelli Pereire come attuazione di più antichi progetti
di società per il finanziamento industriale, elaborati dai seguaci
della scuola sansimoniana a partire dal secondo decennio dell'Ottocento,
chiesero l'autorizzazione a costituire una grande società anonima
dotata di un capitale di sessanta milioni di franchi. L'idea era quella
di sostituire alla grande varietà di titoli azionari un unico titolo
obbligazionario, facilmente negoziabile, emesso e garantito dalla banca
a fronte delle azioni assunte. Era una idea profondamente innovativa per
il finanziamento industriale, sia dal punto di vista tecnico (obbligazioni
per finanziare le società) che per il ruolo attivo di coordinamento
delle scelte imprenditoriali che la banca avrebbe assunto. Il progetto incontrò
una forte avversione da parte della Banca di Francia, preoccupata di perdere
il monopolio di fatto di cui godeva in campo bancario, e fu contrastato
anche da molti esponenti dell'alta banca d'affari parigina, con a capo James
Rotschild, che temevano i rischi di manipolazione del mercato borsistico
e mobiliare da parte di una nuova e potente società, dotata di illimitate
risorse. Il Crédit mobilier ottenne egualmente l'autorizzazione grazie
all'appoggio di Napoleone III che desiderava dar vita a un contraltare finanziario
all'alta banca parigina. La banca nel 1855 fu gravemente limitata nella
sua azione dal governo che impedì l'emissione delle obbligazioni
per timore di dare alimento a speculazioni di borsa. Il Crédit mobilier
ripiegò allora sulla raccolta di depositi per dare risorse alle sue
operazioni, concentrate particolarmente nel finanziamento delle compagnie
ferroviarie e nei prestiti di stato, nazionali ed esteri. L'iniziale successo
della banca finì con il diffondere l'innovazione, che fu accolta
in breve tempo anche dagli oppositori. Si innescò tra i Pereire e
i Rotschild un'accesa concorrenza per la preminenza sui principali mercati
finanziari del continente dove, con l'apporto dei capitali francesi, furono
fondate numerose società di credito mobiliare (in Italia nel 1863).
Il Crédit mobilier fallì nel 1867, ma i suoi principi di gestione,
ormai diffusi in molti paesi, furono accolti e sviluppati nelle grandi banche
miste di fine secolo.
A. Polsi

B. Gille, La banque en France au XIX siècle, Droz, Ginevra
1970; D.S. Landes, Vieille banque et banque nouvelle: la révolution
financière du XIX siècle, in "Revue d'histoire moderne
et contemporaine" n.3, 1956.
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