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COSACCHI
Popolazione nomade che fin dal XV secolo abitò la steppa ucraina formando delle comunità autonome e concentrandosi nella zona del Don e del Dnepr. In maggioranza servi della gleba fuggiti, i componenti dei vari gruppi ebbero in comune una primitiva forma di democrazia e il carattere bellicoso e crudele che li portò a sviluppare le proprie attitudini militari mediante rapide scorrerie nei territori vicini. Sottomessi in qualche modo dagli zar nel XVII secolo, col tempo si stabilizzarono, ottenendo in concessione vasti territori in cambio di prestazioni militari. All'inizio di questo secolo i cosacchi erano circa 4.500.000, di cui 300.000 organizzati in proprie unità militari. Fieri sostenitori del potere zarista, nel 1917 non ostacolarono la rivoluzione, ma rimasero ostili al bolscevismo, ingrossando le schiere controrivoluzionarie dei bianchi durante la guerra civile. Lo stato sovietico non li riconobbe come entità nazionale separata e non concesse loro alcuna forma di autonomia. La collettivizzazione delle terre li colpì duramente, accelerandone l'assimilazione al resto della popolazione. Negli anni trenta la cavalleria cosacca venne ripristinata per essere poi definitivamente abolita durante il conflitto mondiale. Formazioni cosacche filonaziste combatterono in Carnia e in Iugoslavia.
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