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CORSARI
(XII e XVIII secolo). Uomini di mare che, con speciali lettere di corsa o di marca, furono autorizzati dallo stato di cui battevano bandiera ad attaccare e depredare le navi dei paesi nemici e a impedire a quelli neutrali il commercio con gli avversari o per loro conto. Si distinsero dai pirati che, privi di ogni riconoscimento legale, ebbero come scopo solo la rapina. La differenza, netta sul piano giuridico, non lo fu altrettanto nei fatti. La guerra di corsa fu praticata già dal XII-XIII secolo nel Mediterraneo, zona di conflitti continui, dove diventò endemica. Si alimentò dell'antagonismo tra cristiani e musulmani e si incrementò a fine Cinquecento quando, alle vecchie rivalità tra fedeli e infedeli, si aggiunsero quelle tra marinerie meridionali e nordiche, ormai stabilmente presenti in questo mare. Nessuna rotta venne risparmiata; specie le acque del Levante, dove transitavano merci preziose e i bottini potevano essere più ricchi, furono sistematicamente battute sia dai turchi sia dai non meno agguerriti e rapaci maltesi, fiorentini, spagnoli, siciliani, napoletani, olandesi e inglesi. La corsa si propagò anche in Atlantico e vi imperversò durante la guerra dei Cent'anni. Un forte impulso ricevette in seguito alle scoperte americane e il suo principale obiettivo divenne l'argento diretto in Spagna. Le navi spagnole furono attaccate dai corsari francesi già durante la guerra tra Asburgo e Valois; ma lungo le rotte caraibiche il conflitto si aggravò all'arrivo di inglesi e olandesi. Contro costoro, si rivelò spesso inefficace ogni misura: fortificazioni dei porti, squadre navali per il pattugliamento delle acque, obbligo di viaggiare in convoglio negli spostamenti transatlantici. Soprattutto gli inglesi si distinsero nella lotta ai danni della Spagna e famosi divennero personaggi quali F. Drake e J. Hawkins. Nel XVII secolo la corsa godette di grande prestigio, incoraggiata dai sovrani e finanziata da ministri e cortigiani. La concessione di lettere di marca fu vietata dalla pace di Utrecht (1713) che concluse un lungo periodo di guerre nelle quali avevano imperversato celebri corsari come il francese J. Bart. Il provvedimento, rimasto a lungo inattuato, fu riproposto, ma senza successo, nel 1792 dall'Assemblea legislativa francese. Fu definitivamente varato e applicato solo con il congresso di Parigi del 1856.

o E. Papagna


A. Tenenti, Venezia e i corsari (1580-1615), Laterza, Bari 1961; P. Earle, Corsairs of Malta and Barbary, Londra 1970; J. Merrien, La course et la filibuste, des origines à leur fin, Parigi 1970.
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