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CORANO
Libro sacro dell'Islam in cui sono raccolte le rivelazioni trasmesse da Allah a Maometto, per il tramite dell'arcangelo Gabriele, nel periodo compreso tra il 610 e il 632. Nel mondo islamico è ritenuto modello insuperabile di perfezione stilistica e linguistica e costituisce il fondamento della ritualità, della teologia e del diritto pubblico e privato. Si compone di 114 capitoli (sure), per un totale di 6.236 versetti (ayat) di lunghezza variabile. La sura più lunga conta 286 ayat, la più breve tre. Alla redazione definitiva della raccolta si giunse per tappe. In origine i primi musulmani ritennero a memoria le parole della rivelazione. In un secondo tempo esse vennero trascritte su cocci, foglie di palma, pezzi di cuoio, ossa di cammello, pezzi di pietra. Alla morte del Profeta il primo califfo Abu Bakr, per evitare che sulla corretta interpretazione della parola divina si accendessero dispute, incaricò Zaid ibn Haritha, già segretario di Maometto, di trascrivere su pergamena i numerosi frammenti del messaggio divino rintracciabili. L'opera così intrapresa fu condotta a compimento solamente sotto il terzo califfo Othman attorno al 650. I capitoli furono ordinati secondo un criterio puramente formale, iniziando dai più lunghi: ciò spiega perché le sure più antiche, dette meccane perché rivelate alla Mecca, più concise delle altre, si trovino quasi tutte in fondo al libro. Il Corano (al-Qur'an, recitazione), considerato dai musulmani parola di Dio e come tale venerato, non fu mai sottoposto in ambito islamico a ricerche di critica testuale e storica, condotte invece in Occidente. La prima traduzione in latino del Corano venne eseguita a Toledo nel 1142 per incarico dell'abate di Cluny, Pietro il Venerabile.

M. Lenci
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