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CONTRATTUALISMO
Complesso di teorie politiche accomunate dall'idea di uno stato di natura, inteso come condizione propria dell'umanità alle sue origini, da cui gli uomini sarebbero usciti in virtù di un contratto, ossia di un accordo tacito o esplicito, al quale viene pertanto ricondotta l'origine della società e del potere politico. Già presenti nel pensiero classico e nella cultura politica medievale, in contrapposizione alle dottrine universalistiche del papato e dell'impero, gli elementi propri del contrattualismo si svilupparono soprattutto nel pensiero politico europeo tra la fine del Cinquecento e la fine del Settecento, combinandosi con le teorie giusnaturalistiche. L'idea del contratto ebbe particolare importanza nell'opera di Thomas Hobbes (1588-1679), per il quale il contratto segna l'uscita da uno stato di natura, inteso come stato di guerra tra gli uomini, attraverso la cessione di tutti i diritti individuali all'autorità politica; di John Locke (1632-1704), per il quale la cessione di alcuni diritti è intesa come garanzia per la tutela dei diritti fondamentali e inalienabili alla libertà e alla proprietà; e di Jean-Jacques Rousseau (1712-1778), per il quale dal contratto deriva la volontà generale, in cui si esprime la sovranità del corpo sociale. Il contrattualismo ebbe un notevole rilievo nelle ideologie e nei movimenti politici dell'epoca delle rivoluzioni americana e francese.
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