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![]() CONTRATTI COLLETTIVI DI LAVORO Accordi tra le organizzazioni dei lavoratori e degli imprenditori per stabilire i contenuti, le forme e la retribuzione della prestazione d'opera di determinati gruppi di lavoratori (di categoria, locali, aziendali, settoriali, nazionali). Frutto delle lotte (scioperi) e dell'organizzazione in sindacati, in Italia il primo fu quello stipulato dai cappellai di Monza nel 1899. Perseguiti poi dalle leghe di mestiere dopo vari accordi locali e aziendali, nel 1919-1920 furono conquistati i primi contratti nazionali di categoria per le maggiori branche dell'industria, con la creazione delle commissioni interne per il controllo della loro applicazione in fabbrica. Nel periodo fascista la libera contrattazione fu sostituita da quella regolamentata per legge tra rappresentanze delle parti divenute organi dello stato. Dopo la Seconda guerra mondiale si ritornò faticosamente alla libera contrattazione, dapprima centralizzata e valida per tutti i lavoratori dell'industria, quindi per categorie dal 1956 a scadenza triennale, i cui risultati divennero con legge del 1959 validi erga omnes, cioè per tutti i lavoratori, iscritti e non iscritti al sindacato. In seguito, la contrattazione integrativa articolata per settori e aziende divenne un obiettivo di tutto il movimento sindacale, al centro di aspre lotte e raggiunto con i contratti del 1969 (vedi autunno caldo). Le difficoltà del sistema economico e politico fecero poi tornare a prevalere la contrattazione centralizzata. |
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