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![]() CONSERVATORISMO Tendenza politica e sociale che afferma il valore della tradizione e dell'esperienza storica e mira pertanto a mantenere la situazione e gli ordinamenti vigenti, opponendosi nettamente a qualunque istanza progressista o rivoluzionaria. In prospettiva storica, peraltro, il conservatorismo non si è sempre identificato con il mero mantenimento dello status quo. Ha oscillato anzi fra la difesa di interessi retrivi e reazionari e un liberalismo d'impronta realistica e pragmatica volto a contrastare l'eccessiva volontà di rinnovamento delle correnti progressiste. Le tendenze conservatrici sviluppatesi nei vari paesi europei si rifanno in genere all'opera di Edmund Burke (1729-1797), che avversò la rivoluzione francese contrapponendole la solidità delle tradizioni politiche inglesi. E proprio in Inghilterra, nel periodo fra la guerra civile del 1649 e la Glorious Revolution del 1688, nacque il conservatorismo politico moderno, quando i tories si schierarono in difesa della grande aristocrazia fondiaria e dell'alto clero, opponendosi ai whigs, che sostenevano i diritti del parlamento e chiedevano tolleranza religiosa e libertà d'iniziativa economica. Alle teorie di Burke si ispirarono anche i romantici e i conservatori tedeschi del primo Ottocento (J. Muller, F. Gentz), che furono espressione dell'aristocrazia latifondista e si identificarono con le posizioni del neocattolicesimo. In Francia il conservatorismo postrivoluzionario ebbe caratteristiche particolarmente moderate riconoscendosi sul piano teorico nelle posizioni della scuola neoteocratica di L. Bonald e J. de Maistre, e ondeggiando a livello politico fra l'ala reazionaria dei carlisti e l'ala più moderata delle forze vicine alla monarchia orleanista. Anche in seguito il conservatorismo rimase una componente assai significativa del quadro politico francese. In Italia le correnti conservatrici, clericali e legittimiste, che furono predominanti durante la Restaurazione e rimasero consistenti anche dopo il 1860, non diedero mai vita a un vero e proprio partito conservatore. L'atteggiamento laico e liberale della classe politica moderata e il perdurare del dissidio fra stato e Chiesa di fatto impedirono il coagularsi di quelle forze politiche e sociali (aristocrazia fondiaria e alta borghesia con solido attaccamento ai valori religiosi tradizionali), che altrove in genere diedero vita a partiti conservatori. F. Conti |
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