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CHADOR
Indumento femminile islamico (dal persiano ciâdar, velo, mantello) consistente in un velo, generalmente di colore scuro, che lascia scoperto soltanto il volto, capelli esclusi. La rivoluzione del 1978-1979 in Iran fu accompagnata da una rapida diffusione dell'usanza (abbandonata in precedenza soprattutto negli ambienti della borghesia occidentalizzata) di indossarlo, che delle vicende iraniane fu il segno esteriore più vistoso a livello individuale e che si estese, o fu ricuperata, anche in altri paesi di tradizione islamica: indossare o non indossare il chador (o i suoi equivalenti locali: higiab nel mondo arabo, parda in Afghanistan ecc.) significò rifiutare o accettare l'Occidente. In effetti, come c'è un modo islamico e un modo non islamico di lavarsi, di mangiare e di compiere qualsiasi azione, così c'è un modo islamico e non islamico di vestirsi, benché in verità il Corano sia povero di indicazioni in proposito. Il velo non è previsto in quanto tale dal Corano ma è un'abitudine venuta dall'esterno (dal mondo bizantino, dove le donne altolocate si velavano per civetteria) dopo il primo sviluppo dell'Islam. Come dimostrò una polemica sul velo esplosa nel 1989 in Francia, contrapponendo studentesse (e genitori) che rivendicavano il diritto di indossarlo al preside di una scuola pubblica che, in nome dello spirito laico, non voleva consentirlo, nella questione non intervengono soltanto fattori ideologico-religiosi: portare il chador o il higiab è anche un modo di affermare la propria identità culturale.
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