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CGL
(Confederazione generale del lavoro, 1906-1926). Confederazione sindacale italiana nata il 1° ottobre 1906, a Milano, dall'unificazione delle strutture sindacali orizzontali (le Camere del lavoro provinciali, fondate al congresso di Milano del 1881) e verticali (le federazioni di mestiere) di ispirazione socialista. Fin dall'inizio, nella Cgl si manifestò la contraddizione fra la corrente riformista, maggioritaria, più radicata nelle federazioni di mestiere, che conservavano spirito corporativo, e quella rivoluzionaria, maggiormente presente nelle strutture zonali, le Camere del Lavoro, che riflettevano la spinta radicale delle masse contadine. Dopo i primi anni del secolo la Cgl venne portata dalla spinta delle masse italiane a prendere posizione contro la Prima guerra mondiale, sia prima dell'entrata in guerra dell'Italia che dopo. Spezzata dal fascismo, in seguito all'abolizione delle commissioni interne nelle fabbriche e al riconoscimento del sindacato fascista da parte della Confindustria (patto di palazzo Vidoni), la Cgl si autosciolse nel 1926, ma fu fatta rinascere in clandestinità dai comunisti. Caduto il regime fascista, la Cgl venne ricostituita, cambiando il nome in Confederazione generale italiana del lavoro (Cgil), con il patto di Roma del giugno 1944 fra i principali partiti politici democratici.
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