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![]() CAMERA DEL LAVORO Istituzione sindacale italiana. Organizzata sul modello delle bourses du travail francesi, la prima sorse a Milano nel 1891, assumendo la denominazione di camera in assonanza, e contrapposizione, con la camera di commercio. Diffuse subito anche altrove (Torino e Piacenza nello stesso anno, altre tredici entro il 1893), le camere del lavoro riunivano localmente le preesistenti leghe di resistenza dei vari settori occupazionali per coordinarne l'azione. Curavano studi sull'occupazione e i salari, intendendo operare come ufficio di collocamento e di consulenza, nonché in funzione arbitrale nei conflitti di lavoro. Con l'estendersi dei conflitti sindacali, data la politicizzazione del movimento sindacale e di fronte all'arroccamento degli imprenditori, abbandonarono progressivamente le connotazioni moderate e le funzioni mediatrici nei rapporti di lavoro per operare decisamente a favore della parte operaia, tanto che in alcuni casi furono sciolte d'autorità. L'opera di promozione della sindacalizzazione con la costituzione di nuove leghe, la direzione delle agitazioni sindacali, l'organizzazione della solidarietà tra i diversi settori occupazionali ne fecero il cardine dell'organizzazione sindacale territoriale, precedendo e preparando la costituzione delle federazioni nazionali di industria e della Confederazione generale del lavoro (1906) e caratterizzando così il movimento sindacale italiano per lo stretto collegamento istituito tra interessi delle diverse categorie e tra interessi dei disoccupati e degli occupati. Soppresse nel 1926 dall'ordinamento sindacale fascista, rinacquero nel 1945 su iniziativa della nuova Cgil unitaria. Dopo le scissioni sindacali del 1948-1950, che portarono alla costituzione della Cisl e della Uil, divennero gli organismi ufficiali territoriali della sola Cgil. |
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