La Divina Commedia di Dante Alighieri (PURGATORIO) Canto XVI.
Dante Alighieri nell'enciclopedia La Divina Commedia nell'enciclopedia I Grandi Classici Cultura Didattica Educazione LA DIVINA COMMEDIA di Dante Alighieri (PURGATORIO) - CANTO XVIBuio d'inferno e di notte privata Voi che vivete ogne cagion recate NOTE AL CANTO XVI(1-9) Buio, ecc.: «l'oscurità infernale, che io provai. (B.); pover: di luce; nuvol: nuvole; al viso mio: a' miei occhi; a sentir: né un velo così aspro al senso, ecc. Il B.: «le quali due cose impacciano gli occhi: cioè lo coprimento grosso che non lassa trapassare la vista, e l'aspro pelo che non lassa aprire l'occhio, lo quale vuole le cose delicate... Per lo Inferno andò come veditore delle pene de' dannati, e per lo Purgatorio finge ch'elli andasse come purgatore de' suoi peccati; e però questa nebbia lo dovea più gravare che quella dello Inferno, che non s'appartenea a lui»; saputa: «sapiente; che non inganna, né non si lassa ingannare» (B.); e l'omero m'offerse: «mi porse la spalla, acciò ch'io m'appoggiassi a lui» (B.).(11-15) per non smarrirsi: della via; e per non dar di cozzo: e per non percuotere col capo; amaro: «acre a respirarsi» (F.); sozzo: nero dal fumo; pur: «tuttavia» (Ces.); mozzo: «disgiunto - imperò che avrebbe potuto cadere a terra del balzo» (B.). (16-21) sentia voci: umane di quelle anime che quivi erano; pareva: «perché non udia tutte intere le orazioni loro, ma a brani» (Ces.); Pur "Agnus Dei": Non altro che Agnus Dei erano i principj delle loro preghiere. «Cantavano li tre Agnus Dei che si cantano alla messa, cioè: Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis. Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis. Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, dona nobis pacem. Sicché li due primi dimandano misericordia e lo terzo pace» (B.). Joan. I, 29. - L'agnello di Dio, ch'è figura di Gesù Cristo, s'invoca da queste anime per la sua mansuetudine, virtù contraria al vizio dell'ira; esordia: «Virg., Aen., IV: Quae prima exordia sumat?» (T.); modo: «di canto» (T.). (22-30) Quei, ecc. Quelli che odo così cantare sono eglino spiriti?; vero apprendi: t'apponi; e d'iracundia, ecc.: vannosi purgando del peccato dell'ira; che 'l nostro fummo: nel quale noi ci purghiamo. V. Inf., VIII, 12 e IX, 75; fendi: «andando tra esso» (B.); partissi, ecc.: «dividessi ancor il tempo per mesi che hanno lo primo dì che si chiama calende» (B.). Come se fossi ancora nel mondo de' vivi. «Chi è passato di questa vita non sente discorso di tempo» (B.); per una voce: da una voce; fue: fu; quinci: di qui, da questa parte; sue: su - al quarto girone. (31-45) ti mondi: dalla colpa del peccato; bella: Purg., II, 75: a farsi belle; se mi secondi: se tu mi seguiti. «Non potendo staccarsi da Virgilio, che andava innanzi» (L.); quanto mi lece: quanto m'è lecito, non essendomi permesso varcare il tratto involto dal fumo; l'udir, ecc.: In scambio del vedere ci terrà accompagnati l'udire; Con quella fascia: col corpo che circonda l'anima come fascia; men vo suso: a veder la gloria de' beati; per l'infernale ambascia: passando per la fatica et angoscia infernale; rinchiuso: ricevuto, accolto; la sua corte: Conv.: «Alla corte di Paradiso»; moderno: presente. «Non più avvenuto da Enea e san Paolo in poi. Inf., II, 32» (Fil.). «Quasi a dire: Oggi non è chi poetizzi» (Lanèo); anzi, ecc.: in vita; dilmi: dimmelo; al varco: al luogo da montare; e tue parole, ecc.: «anderemo secondo che dirai» (B.). (46-51) Marco: «Questo Marco fu veneziano, chiamato Marco Daca (Da Cà Lombardi), e fu uomo molto saputo et ebbe molto le virtù politiche e fu cortesissimo, donando ai nobili poveri uomini, ciò che lui guadagnava, e guadagnava molto: però ch'era uomo di corte, e per la virtù sua era molto amato e donatogli molto dai signori; e come elli dava a chi avea bisogno, così prestava a chi lo richiedeva. Unde, venendo a morte, et avendo molto a ricevere, fece testamento, e fra li altri iudizi fece questo, cioè, che chiunque avesse del suo, tenesse e nessuno fusse tenuto a rendere, dicendo: Chi ha si tenga» (B.). Novell., 44-45: «Nobil uomo di corte - savissimo più che niuno di suo mestiero». «Fuit quidam miles curialis de nobili civitate Venetiarum, quia non more nebulonum modernorum vacabat rebus obscoenis sed honestis. Fuit enim vir nobilis animi, clarae virtutis, sed facilis irae et indignantis naturae. - Denominat se a gente quia fuit de Lombardia inferiori, quae dicitur Marchia Tarvisana. Vel dic et melius, quod denominatus est Lombardus, quia familiariter conversabatur cum dominis Lombardiae tempore suo, inter quos tractabat saepe concordias, paces, affinitates et confoederationes. Aliquando etiam transibat Apenninum in Tusciam» (Benv.); del mondo seppi: fui pratico del mondo, de' negozj del mondo. «Expertus agibilium mundi» (Benv.); quel valore amai: «le virtù politiche e la cortesia massimamente» (B.); al quale ha or, ecc.: «niuno vi dà più entro in quel segno del valore, ciascuno ne ha levato lo desiderio e la intenzione; niuno v'intende più al presente» (B.). L'arco teso accenna il prender la mira; l'arco disteso accenna il cessar dell'azione; Per montar su, ecc.: al quarto balzo questa è la via diritta; «prieghi Dio quando su sarai, inanti a lui» (B.). «Nel mondo» (Ces.). (52-63) Per fede mi ti lego: «ti giuro» (B.). «Ti obbligo la mia fede» (Ces.); ma io scoppio, ecc.: «io desidero fortemente d'avere dichiaragione d'uno dubbio, e creperei se io non me n'aprissi e spacciassi, che sono implicito in esso» (B.); scempio: «Guido gli avea detto di terra ignuda di bene» (T.). Sentendomi io raffermata la certezza del fatto, mi si aggroppa il dubbio e la voglia di saperne il perché (Ces.); ov': a cui; accoppio: «raffronto» (T.); ov'io l'accoppio: «io accosto li du' dubbj insieme, dei quali l'uno era: se li cieli sono cagione della corruzione del mondo; l'altro dubbio era: se ne sono cagione li uomini o la natura corrotta, come pare che dica Marco» (B.); ben: realmente; diserto: abbandonato, privo; d'ogne virtute: o vero politiche, o vero teologiche; sone: di'; gravido: «dice il seme nascosto del male; coverto: il suo esterno rampollare e adombrare la terra» (T.). Il Petrarca, nel proprio: «E non pur quel che s'apre a noi di fore - Le rive e i colli di fioretti (il sole) adorna, - Ma, dentro, dove giammai non s'aggiorna, - Gravido fa di sé il terrestro umore»; ché nel cielo uno: che alcuni la assegnano al cielo, altri al libero arbitrio dell'uomo. (64-72) Alto: profondo; che duolo: «della corruzione mondana e dell'errore di Dante» (B.); strinse, ecc.: «imperò che non compiè di metter fuora tutto 'l sospiro, ma finitte in hui, ch'è interiezione di dolore» (B.); ogni cagion recate: del bene e del male; pur suso al cielo: dicendo che il cielo con le sue influenze sia cagione d'ogni cosa; fora distrutto - libero arbitrio: «imperò che se fussemo necessitati dalle influenzie del cielo, non aremmo libero arbitrio, e se così fusse seguiterebbe che noi non meritassemo nè demeritassemo; e così sarebbe iniustizia meritare (premiare) li buoni e punire li rei; lutto: pianto e pena, di che è cagione lo tormento» (B.). (73-78) inizia: incomincia; ma posto: conceduto; ch'i' 'l dica: «che nol dico però» (B.); lume v'è dato: lo intelletto, lo quale è dato immediatamente da Dio; a bene e a malizia: «la discrezione del bene e del male» (B.); e libero voler: e la volontà libera; che, se fatica, ecc.: che se dura fatica a combattere co' primi movimenti. «Wenn... er nur Stand hielt» (Bl.); col ciel: il Tommaseo: «del ciel, permesse dal cielo»; poi vince tutto: ogni incitazione; se ben si notrica: «se l'uomo s'alleva addottrinato et adusato alle virtù e buoni costumi; però che si dice: Sapiens dominabitur astris» (B.). (79-84) A maggior forza ed a miglior natura: «che quella de' cieli, cioè alla forza e natura di Dio» (B.); natura: «degli angeli. L'anima è mossa dagli angeli, la volontà da Dio» (P. di D.); liberi soggiacete: siete sottoposti a Dio e niente di meno siete liberi; e quella: forza e natura divina; cria: crea; la mente: l'anima ragionevole e intellettiva; che 'l ciel, ecc.: «la qual mente non è sottoposta ai movimenti de' cieli» (B); se 'l mondo presente: gli uomini che sono al presente nel mondo; disvia: escono fuori della via et abbandonano le virtù; si cheggia: si cerchi e non ne' movimenti de' cieli; e io, ecc.: sarò a te vero trovatore della ragione che questo mostra e prova. (85-90) di mano a lui: della sua potenzia. Manifesta che l'anima umana immediatamente è creata di niente da Dio; la vagheggia: la vede con piacimento; prima che sia: imperò che ab eterno Iddio ebbe notizia di tutte l'anime che dovea creare et a che ciascuna dovea divenire; che piangendo e ridendo, ecc.: «Dà ad intendere che naturalmente siamo disposti alle passioni, e con quella disposizione nasciamo e siamo mutevoli, come si vede ne' fanciulli» (B.); semplicetta: pura, senza malizia; che sa nulla: «Accordasi col filosofo che dice: Anima humana est tamquam tabula rasa, in qua nihil est pictum» (B.); salvo che, mossa: produtta; da lieto fattore: «da Dio, ch'è sommo bene» (B.); torna: si volge; la trastulla: la diletta. (91-96) Di picciol bene: del bene mondano; pria sente sapore: «lo comincia a gustare, e pargli buono» (B.); quivi: in quel picciol bene; corre: va con sfrenato desiderio; se guida: alcuno uomo saputo; o fren: legge o statuto; non torce suo amore: «non piega lo suo amore dal bene imperfetto al bene perfetto» (B.). Conv., IV, 12: «L'anima nostra, incontanente che nel nuovo e mai non fatto cammino di questa vita entra, dirizza gli occhi al termine del suo sommo bene; e però qualunque cosa vede, che paia avere in sé alcun bene, crede che sia esso». Anche nel Convito distingue due città: l'una del bene vivere e l'altra del vivere malvagio; de la vera città: della città eterna; almen la torre: «la iustizia almeno» (B.). (97-102) Le leggi son: ci sono. «Imperò scritte sono le leggi divine et umane, e la legge naturale è scritta nel cuore di ciascuno» (B.); ma chi pon mano ad esse?: «qual uomo, qual signore spirituale o temporale opera secondo le leggi» (B.) o le fa osservare?; rugumar può: «rugumare, rinfrangere lo cibo prima preso. Nella legge di Moisè era vietato al popolo l'uso delle bestie che non rugumassero et avesseno l'unghie fesse» (B.). «In questo comando Dio voleva significare che il suo popolo dovea ricevere da' Sacerdoti cibo di sana dottrina, inteso nel ruminare; ed esempio di buone operazioni, figurato nell'unghia fessa. Ora il pastor che precede, il papa che va innanzi siccome guida al popolo cristiano, insegna bene, ma opera male» (B. B.). «Li chierici diceno, ma non operano» (Lan.); la gente: li sottoposti; pur a quel ben fedire: «che pur dirizza lo desiderio e la intenzione al bene temporale» (B.); ghiotta: desiderosa. (103-105) la mala condotta: lo malo guidamento; reo: per questo è corrotto lo mondo; cioè per lo malo esempio; e non natura: «di questo è cagione» (B.). (106-108) cbe 'l buon mondo feo: «la quale Roma fece buono lo mondo; imperò che li Romani virtuosi, andando per lo mondo subiugando li regni e le nazioni, l'insegnavano a viver virtuosamente, come vivevano ellino» (B.). Diffondendovi la fede cristiana. Il Ces.: «al primo tempo della Chiesa»; due soli aver: due luci del mondo, come sono due luci in cielo: lo papa e lo imperadore; facean vedere: mostravano altrui; Deo: Dio. Guadagnare navigando! Acquisti prodotti e servizi. Guadagnare acquistando online. (109-114) L'un: il papa; l'altro: lo imperadore. «Scilicet Papa
Imperatorem et Imperator Papam, sicut patuit in Friderico II, qui omnia
spiritualia tyrannice usurpavit, et Gregorio IX, qui occupavit regnum Friderici
eo absente. Potest tamen intelligi praecipue de Bonifacio, qui cinxit sibi
ensem» (Benv.); giunta: unita; la spada, ecc.: Lo papa de' con clemenza
correggere li sudditi, ed ora fa battaglie e scomunica et usa la forza temporale
e spirituale. «Hoc idem vidit ipse Poeta paulo post in Clemente V contra
Henricum VI» (Benv.); per viva forza: necessariamente; mal convien che vada:
«convien che abbia mal fine» (B.), che proceda male; a la spiga: al frutto che
n'esce. Cristo: Ex fructibus eorum cognoscetis eos. Matt., VII, 20; per lo seme:
«per lo frutto che fa, ch'è poi seme di che nasce l'erba, quando l'uomo lo
semina» (B.). La Divina Commedia i Canti del Paradiso Canto I Canto II Canto III Canto IV Canto V Canto VI Canto VII Canto VIII Canto IX Canto X Canto XI Canto XII Canto XIII Canto XIV Canto XV Canto XVI Canto XVII Canto XVIII Canto XIX Canto XX Canto XXI Canto XXII Canto XXIII Canto XXIV Canto XXIV Canto XXV Canto XXVI Canto XXVII Canto XXVIII Canto XXIX Canto XXX Canto XXXI Canto XXXII Canto XXXIII Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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