Decameron di Giovanni Boccaccio Sesta Giornata Novella 3.

Giovanni Boccaccio

Dizionari Enciclopedia Storia Link utili Down

Linea flashing backefro

Decameron di Giovanni Boccaccio Sesta Giornata Novella 3

Il "Decameron": architettura razionale

Le opere di Giovanni Boccaccio

Giovanni Boccaccio La morte di Mensola

Il Boccaccio Interprete del Nuovo Mondo

Boccaccio, Giovanni Periodo Storico Sommario Opere

Poesia d'Amore I Grandi Classici Cultura Didattica Educazione

I grandi classici cultura didattica educazione

Il Decamerone Le Giornate e Le Novelle

Dizionario Decamerone

Cultura Letteratura Il Decamerone

Ovo video search

Yahoo! Video Giovanni Boccaccio

YouTube Rai play Cultura Loescher WebTV

Linea flashing backefro

Linea flashing backefro

-^

DECAMERON di Giovanni Boccaccio - SESTA GIORNATA - NOVELLA 3

Monna Nonna de' Pulci con una presta risposta al meno che onesto motteggiare del vescovo di Firenze silenzio impone.

Quando Pampinea la sua novella ebbe finita, poi che da tutti e la risposta e la liberalità di Cisti molto fu commendata, piacque alla reina che Lauretta dicesse appresso;

la quale lietamente cosí a dir cominciò:

- Piacevoli donne, prima Pampinea e ora Filomena assai del vero toccarono della nostra poca vertú e della bellezza de' motti;

alla qual per ciò che tornar non bisogna, oltre a quello che de' motti è stato detto, vi voglio ricordare essere la natura de' motti cotale, che essi, come la pecora morde, deono cosí mordere l'uditore e non come 'l cane:

per ciò che, se come il cane mordesse il motto, non sarebbe motto ma villania.

La qual cosa ottimamente fecero e le parole di madonna Oretta e la risposta di Cisti.

E' il vero che, se per risposta si dice e il risponditore morda come cane, essendo come da cane prima stato morso, non par da riprender come, se ciò avvenuto non fosse, sarebbe:

e per ciò è da guardare e come e quando e con cui e similmente dove si motteggia.

Alle quali cose poco guardando già un nostro prelato, non minor morso ricevette che 'l desse:

il che io in una piccola novella vi voglio mostrare.

Essendo vescovo di Firenze messere Antonio d'Orso, valoroso e savio prelato, venne in Firenze un gentile uom catalano, chiamato messer Dego della Ratta, maliscalco per lo re Ruberto;

il quale essendo del corpo bellissimo e vie piú che grande vagheggiatore, avvenne che fra l'altre donne fiorentine una ne gli piacque, la quale era assai bella donna e era nepote d'un fratello del detto vescovo.

E avendo sentito che il marito di lei, quantunque di buona famiglia fosse, era avarissimo e cattivo, con lui compose di dovergli dare cinquecento fiorin d'oro, e egli una notte con la moglie il lasciasse giacere;

per che, fatti dorare popolini d'ariento, che allora si spendevano, giaciuto con la moglie, come che contro al piacer di lei fosse, gliele diede.

Il che poi sappiendosi per tutto, rimasero al cattivo uomo il danno e le beffe;

e il vescovo, come savio, s'infinse di queste cose niente sentire.

Per che, usando molto insieme il vescovo e 'l maliscalco, avvenne che il dí di san Giovanni, cavalcando l'uno allato all'altro veggendo le donne per la via onde il palio si corre, il vescovo vide una giovane la quale questa pistolenzia presente ci ha tolta donna, il cui nome fu monna Nonna de' Pulci, cugina di messere Alesso Rinucci e cui voi tutte doveste conoscere:

la quale essendo allora una fresca e bella giovane e parlante e di gran cuore, di poco tempo avanti in Porta San Piero a marito venutane, la mostrò al maliscalco;

e poi, essendole presso, posta la mano sopra la spalla del maliscalco, disse:

«Nonna, che ti par di costui? crederestil vincere?»

Alla Nonna parve che quelle parole alquanto mordessero la sua onestà o la dovesser contaminare negli animi di coloro, che molti v'erano, che l'udirono;

per che, non intendendo a purgar questa contaminazione ma a render colpo per colpo, prestamente rispose:

«Messere, e' forse non vincerebbe me, ma vorrei buona moneta».

La qual parola udita il maliscalco e 'l vescovo, sentendosi parimente trafitti, l'uno sí come facitore della disonesta cosa nella nepote del fratel del vescovo e l'altro sí come ricevitore nella nepote del proprio fratello, senza guardar l'un l'altro vergognosi e taciti se n'andarono, senza piú quel giorno dirle alcuna cosa.

Cosí adunque, essendo la giovane stata morsa, non le si disdisse il mordere altrui motteggiando.

Linea flashing backefro

Linea flashing backefro

-^

Il "Decameron": architettura razionale

Francesco Bruni, Boccaccio. L'invenzione della letteratura mezzana, Il Mulino, Bologna 1990.

La costruzione del primo grande capolavoro in prosa della letteratura italiana risponde a una struttura coerente e razionale.

Una cornice narrativa lega tra loro le cento novelle, ordina rimandi e corrispondenze e consente che gli eventi abbiano una varietà di situazioni e toni, dal tragico al comico, dal solenne al popolare.

La narrazione sviluppa quindi una progressione morale che dal vizio dominante nella prima giornata conduce all'ultima con il trionfo della virtù e degli spiriti magnanimi.

Fine metaforico di questa struttura razionale è fornire una organizzazione civile al disordine sociale provocato dalla peste.

La cronologia esatta del Decameron è ignota:

la peste del 1348 descritta nell'Introduzione offre un ovvio termine di riferimento per l'inizio della composizione, avviata probabilmente l'anno dopo e conclusa nel 1351 secondo alcuni, secondo altri un paio d'anni più tardi.

Si tratta in ogni caso di indicazioni congetturali;

e a maggior ragione non si ha alcun indizio di un'ideazione dell'opera anteriore alla peste, e di una sua redazione parziale (come pure, in astratto, non si può escludere).

Come si sa, sotto il titolo grecizzante di Decameron, sette donne e tre giovani narrano per dieci giorni dieci novelle;

perciò già il Proemio annuncia "cento novelle o favole o parabole o istorie che dire le vogliamo", un modo volutamente evasivo per allineare come sinonimi termini quali "favola" e "istoria", che possono avere significato opposto.

Forse lo scrittore ha inteso suggerire il carattere composito delle sue narrazioni, ora dotate di un'ambientazione storica, ora inquadrate in modo assai vago.

Ma i racconti dei novellatori, dei quali Boccaccio si finge puro trascrittore, sono chiamati subito dopo "novelle", e così nel corso dell'opera.

Ancora il Proemio annuncia "piacevoli e aspri casi d'amore e altri fortunati avvenimenti", indica dunque la coppia di amore e fortuna, dalla quale si snodano gli argomenti proposti ai novellatori, tranne che nella prima e nella nona giornata, a tema libero.

Nella seconda giornata la "materia" tocca esplicitamente i "diversi casi della fortuna" e propone l'elemento dell'inatteso o, per usare un termine cinquecentesco che verrà in auge con la riscoperta della Poetica aristotelica, della peripezia.

Nella terza giornata si mette in rilievo "uno de' molti fatti della fortuna", e ci si aggira su "chi alcuna cosa molto disiderata con industria acquistasse o la perduta recuperasse";

dunque l'insistenza cade ancora su eventi imprevisti, sul rovesciamento delle situazioni.

Della brigata fa parte Filostrato, e Boccaccio non ha dimenticato di averlo battezzato così, nel poemetto omonimo, a significare che chi porta quel nome è "abbattuto d'amore":

perciò, in coerenza col prototipo dell'amante infelice, Filostrato, re della quarta giornata, comanda "che si ragioni [...] di coloro li cui amori ebbero infelice fine" e poiché il Decameron è ispirato alla ricerca della varietà, l'argomento della giornata seguente è opposto e concerne gli amori felici.

Il "leggiadro motto" è protagonista della sesta mentre merita una considerazione particolare l'argomento della settima, che nasce da un alterco volutamente agli antipodi delle questioni di marca cortese del Filocolo.

La brigata dei novellatori è accompagnata da alcuni servi, sempre obbedienti e discreti, pronti a rendere il più possibile piacevole il soggiorno extracittadino dei padroni.

Ma un giorno giunge alle orecchie di questi ultimi "un gran romore", proveniente dalle "fanti e' famigliari":

Elissa, regina di turno, convoca i contendenti, Tindaro e Licisca.

Quest'ultima sostiene, non creduta dall'altro, di non aver "vicina che pulcella ne sia andata a marito";

e aggiunge: "e anche delle maritate so io ben quante e quali beffe elle fanno a' mariti".

Dioneo, designato da Elissa, per via della sua predilezione per gli argomenti scabrosi, a dirimere la controversia, dà prontamente ragione a Licisca e, eletto re della giornata seguente, propone come argomento del novellare la seconda delle tesi di Licisca:

Valorose donne, in diverse maniere ci s'è della umana industria e de' casi varii ragionato tanto, che, se donna Licisca non fosse poco avanti qui venuta, la quale con le sue parole m'ha trovata materia a' futuri ragionamenti di domane, io dubito che io non avessi gran pezza penato a trovar tema da ragionare.

Linea flashing backefro

Guadagnare navigando.

Guadagnare navigando! Acquisti prodotti e servizi.

Guadagnare acquistando online.

Linea flashing backefro

-^

Ella, come voi udiste, disse che vicina non aveva che pulcella ne fosse andata a marito e sogiunse che ben sapeva quante e quali beffe le maritate ancora facessero a mariti.

Ma lasciando stare la prima parte, che è opera fanciullesca, reputo che la seconda debbia esser piacevole a ragionarne, e perciò voglio che domane si dica, poi che donna Licisca data ce n'ha cagione, delle beffe le quali o per amore o per salvamento di loro le donne hanno già fatte a' lor mariti, senza essersene essi o avveduti o no.

Qui il ruolo trasgressivo di Dioneo si traduce in mediazione tra i due mondi, altrimenti separati (secondo la rappresentazione di varie commedie elegiache), dei padroni e dei servi, e porta alla luce una tematica che poteva apparire sconveniente all'onestà e al raffinato decoro dei novellatori.

Ma una volta che Dioneo ha messo in circolazione questa materia e l'ha in qualche modo legittimata, i novellatori la fanno propria confermandola nella giornata seguente e solo correggendone la prospettiva unilaterale:

"ciascun pensi di dire di quelle beffe che tutto il giorno o donna a uomo o uomo a donna o l'uno uomo all'altro si fanno".

Analogamente, gli amori infelici della quarta erano stati bilanciati dagli amori a lieto fine della quinta giornata, mentre la terza aveva ripreso un aspetto particolare del tema della fortuna, proposto nella precedente.

Dopo tante indicazioni, ora più ora meno precise, si torna a un libero novellare nella penultima giornata, in modo che meglio si possa affrontare l'incarico impegnativo proposto dall'ultima, concentrata sulle azioni liberali e magnifiche.

Non solo per il critico, ma già per l'autore non era facile ridurre a categorie numerate la ricca tipologia delle cento novelle:

nei due poli di amore e fortuna (spesso compresenti per via del ruolo della fortuna in tante novelle amorose) non si esaurisce la tematica del libro, e all'interno delle giornate è forte la varietà dei contenuti e delle forme narrative.

Eppure il robusto filo della cornice non vuole solo legare le novelle in raggruppamenti talora un po' estrinseci, ma risponde a un'esigenza più profonda, ed essenziale, dell'arte del Boccaccio:

questi cerca il massimo della varietà per la sua raccolta, e d'altra parte contempera il molteplice con la ricerca dell'unità, vuole ricondurre a un centro novelle che si disperdono in tante direzioni.

Si consideri del resto con quanta precisione funzioni la vita dentro il microcosmo dei dieci giovani della brigata.

È una società in miniatura nella quale si evitano le simmetrie banali a vantaggio di rispondenze più sottili:

infatti, Boccaccio ha preferito che le donne della brigata fossero sette, contro tre maschi, perché l'opera è dedicata al pubblico femminile, e per evitare che si formassero cinque coppie che avrebbero frantumato l'unità del gruppo.

Lo scrittore si limita ad accennare, con molta discrezione, all'esistenza di legami sentimentali fra i giovani e alcune novellatrici, ma evita di disseminare indizi tali da scoprire questi amori segreti.

La cornice assolve poi diverse funzioni, una delle quali è certo il proposito di fornire un modello di razionale organizzazione civile, in alternativa al caos sociale e al disordine dei valori indotto dalla peste.

Il gruppo dei novellieri adotta un ordinamento monarchico perché ogni giornata è regolata da un re che stabilisce l'argomento del narrare e si preoccupa di risolvere i problemi pratici, impartisce gli ordini opportuni alla servitù e così via.

È forse un riflesso delle simpatie monarchiche maturate dal Boccaccio negli anni napoletani;

peraltro quella del Decameron è una forma monarchica coincidente con il reggimento repubblicano (oligarchico, ovviamente, perché i servi ne sono esclusi):

la corona, infatti, si posa a turno sulla testa di tutti i componenti del gruppo, con un'inedita applicazione del principio, osservato dalle costituzioni del comune fiorentino, della rotazione delle cariche.

Entro queste simmetrie si prevede anche la violazione dell'ordine, perché Dioneo ottiene la libertà di non rispettare gli argomenti assegnati ai novellatori (e per la verità in alcuni casi ci sarebbe da discutere per stabilire se Dioneo si allontani effettivamente dal tema proposto).

In secondo luogo, la cornice funziona da filtro che si frappone tra lo scrittore e le novelle, e gli consente di prendere le distanze dalla materia narrata;

e talvolta la separazione è di secondo grado se chi narra si appoggia a sua volta ad altra fonte.

È quanto avviene nella novella di Federigo degli Alberighi, narrata da Fiammetta sulla base di un racconto orale ricevuto da Coppo di Borghese Domenichi.

Come si sa, le questioni d'amore del Filocolo e le novelle delle ninfe nell'Ameto sono un precedente importante della cornice decameroniana.

Meno è stata avvertita la differenza funzionale:

nel Filocolo e nell'Ameto quegli episodi danno luogo a un complesso gioco di rimandi reciproci tra il contenuto del narrare e l'io scrivente, nel Decameron la cornice separa, al contrario, l'io dell'autore dalla materia raccontata.

Più in generale, il Decameron si tiene lontano dalla sfuggente allusività autobiografica che aveva un ruolo così notevole nella maggior parte delle opere precedenti.

Inoltre, i commenti della brigata alle novelle anticipano idealmente le reazioni che Boccaccio si attendeva dai lettori effettivi, e anche le prefigurano e le orientano;

giudizi e discussioni inquadrano la tematica umana e ne offrono talora un conciso giudizio critico.

Il Boccaccio in un dipinto di Andrea del Castagno

La cornice riflette dunque la preoccupazione di dare un ordinamento a una materia eterogenea, funge da giunzione e separazione insieme tra novella e novella, si distende più ampiamente all'inizio e alla fine di ogni giornata (dove pure si includono i versi di una ballata), e funziona da filtro tra lo scrittore e la materia narrata.

Ma la razionalità si coglie anche nell'architettura delle singole novelle, non si limita dunque all'organizzazione della cornice.

Basti pensare alla chiara distribuzione degli episodi nel complesso della narrazione:

ne è un esempio la novella di Andreuccio da Perugia, ritmata in due sequenze fondamentali.

Nella prima il protagonista, "da diverse cose infestato" (per ripetere le parole del tema generale assegnato alla seconda giornata), è ingannato e derubato del suo denaro, nella seconda guadagna un anello di valore equivalente alla somma perduta.

Un andamento identico è nella novella di Salabaetto, senza che questa somiglianza astratta elimini divergenze di contenuto e centri narrativi diversi.

Ispirato a un gusto razionale molto evidente è il geometrico contrappasso con cui lo scolare lasciato per una notte al freddo nell'inverno si vendica a usura della beffa inflittagli dalla donna amata, esponendola nuda ai calori di una giornata estiva, mentre un superamento di segno inverso, a base cioè di azioni generose, non di beffe o vendette, è nelle novelle di Tito e Gisippo, del Saladino e di messer Torello.

Ma gli esempi si potrebbero moltiplicare facilmente:

fra le trame romanzesche impostate sulla dispersione e poi, dopo lunghe avventure, sulla riunificazione di un nucleo familiare Boccaccio si muove a proprio agio fin dagli anni del Filocolo (Decameron II 6 e II 8).

Oppure si pensi, su un altro piano, alla coerenza tra il carattere dei personaggi e le loro azioni: una dote d'impostazione della novella che si riscontra, senza inoltrarsi troppo nell'opera, già nel ritratto morale di ser Ciappelletto, poi travasato, con coerenza di comportamento, nella celebre confessione.

Allo stesso modo Guccio Imbratta, definito dal suo padrone, fra Cipolla, con tre terne di aggettivi in rima:

egli è tardo, sugliardo e bugiardo; negligente, disubidente e maldicente; trascutato, smemorato e scostumato,

trascura di custodire le reliquie affidategli da fra Cipolla per corteggiare, in cucina, la serva Nuta; con il risultato che fra Cipolla troverà manomessa la cassetta delle reliquie:

La quale come piena di carboni vide, non sospicò che ciò Guccio Balena gli avesse fatto [...], ma bestemmiò tacitamente sé, che a lui la guardia delle sue cose aveva commessa, conoscendol, come faceva, negligente, disubidente, trascutato e smemorato.

Le due coppie estraggono, dalle tre terne che definiscono la personalità di Guccio Imbratta nel suo insieme, le qualità negative più direttamente connesse alla circostanza della cassetta manomessa.

Il Decamerone Le Giornate e Le Novelle

Prima giornata Proemio

Prima giornata Introduzione

Prima giornata Novella 1

Prima giornata Novella 2

Prima giornata Novella 3

Prima giornata Novella 4

Prima giornata Novella 5

Prima giornata Novella 6

Prima giornata Novella 7

Prima giornata Novella 8

Prima giornata Novella 9

Prima giornata Novella 10

Prima giornata Conclusione

Seconda giornata Introduzione

Seconda giornata Novella 1

Seconda giornata Novella 2

Seconda giornata Novella 3

Seconda giornata Novella 5

Seconda giornata Novella 6

Seconda giornata Novella 7

Seconda giornata Novella 8

Seconda giornata Novella 9

Seconda giornata Novella 10

Seconda giornata Conclusione

Terza giornata Introduzione

Terza giornata Novella 1

Terza giornata Novella 2

Terza giornata Novella 3

Terza giornata Novella 4

Terza giornata Novella 5

Terza giornata Novella 6

Terza giornata Novella 7

Terza giornata Novella 8

Terza giornata Novella 9

Terza giornata Novella 10

Terza giornata Conclusione

Quarta giornata Introduzione

Quarta giornata Novella 1

Quarta giornata Novella 2

Quarta giornata Novella 3

Quarta giornata Novella 4

Quarta giornata Novella 5

Quarta giornata Novella 6

Quarta giornata Novella 7

Quarta giornata Novella 8

Quarta giornata Novella 9

Quarta giornata Novella 10

Quarta giornata Conclusione

Quinta giornata Introduzione

Quinta giornata Novella 1

Quinta giornata  Novella 2

Quinta giornata Novella 3

Quinta giornata Novella 4

Quinta giornata Novella 5

Quinta giornata Novella 6

Quinta giornata Novella 7

Quinta giornata Novella 8

Quinta giornata Novella 9

Quinta giornata Novella 10

Quinta giornata Conclusione

Sesta giornata Introduzione

Sesta giornata Novella 1

Sesta giornata Novella 2

Sesta giornata Novella 3

Sesta giornata Novella 4

Sesta giornata Novella 5

Sesta giornata Novella 6

Sesta giornata Novella 7

Sesta giornata Novella 8

Sesta giornata Novella 9

Sesta giornata Novella 10

Sesta giornata Conclusione

Settima giornata Introduzione

Settima giornata Novella 1

Settima giornata Novella 2

Settima giornata Novella 3

Settima giornata Novella 4

Settima giornata Novella 5

Settima giornata Novella 6

Settima giornata Novella 7

Settima giornata Novella 8

Settima giornata Novella 9

Settima giornata Novella 10

Settima giornata Conclusione

Ottava giornata Introduzione

Ottava giornata Novella 1

Ottava giornata Novella 2

Ottava giornata Novella 3

Ottava giornata Novella 4

Ottava giornata Novella 5

Ottava giornata Novella 6

Ottava giornata Novella 7

Ottava giornata Novella 8

Ottava giornata Novella 9

Ottava giornata Novella 10

Ottava giornata Conclusione

Nona giornata Introduzione

Nona giornata Novella 1

Nona giornata Novella 2

Nona giornata Novella 3

Nona giornata Novella 4

Nona giornata Novella 5

Nona giornata Novella 6

Nona giornata Novella 7

Nona giornata Novella 8

Nona giornata Novella 9

Nona giornata Novella 10

Nona giornata Conclusione

Decima giornata  Introduzione

Decima giornata Novella 1

Decima giornata Novella 2

Decima giornata Novella 3

Decima giornata Novella 4

Decima giornata Novella 5

Decima giornata Novella 6

Decima giornata Novella 7

Decima giornata Novella 8

Decima giornata Novella 9

Decima giornata Novella 10

Decima giornata Conclusione

Conclusione dell'autore

Linea flashing backefro

Vocabolario I F GB D e Vocabolario di Latino

boccaccesco.

(agg.; pl. m. -schi), 1 del Boccaccio. 2 licenzioso, lubrico.

Inglese

of Boccaccio.

Francese

à la manière de Boccace.

Tedesco

im Stile Boccaccios

boccacciano.

(agg.), del Boccaccio.

Inglese

in the style of Boccaccio

Francese

à la manière de Boccace.

Tedesco

im Stile Boccaccios

stile.

(s.m.), 1 modo di esporre in forma artistica un sentimento, uno stato d'animo: lo - del Boccaccio, del Tiepolo, di Rossini; - aulico, elevato; un mobile stile Luigi XV, proprio di un'epoca. 2 modo elegante di muoversi o di compiere una qualunque attività: un giocatore di grande -; nuotatore a - libero, nella maniera preferita; un'attacco in grande -, effettuato con tutte le forze. 3 sistema di calcolare l'inizio dell'anno.

Inglese

style

Francese

(m.) style

Tedesco

(m.) Stil

novella.

(s.f.), 1 racconto non lungo di un fatto vero o inventato 2 notizia, nuova. 3 ciascuna delle costituzioni dovute a un imperatore romano o bizantino.

Inglese

short story

Francese

(m.) conte

Tedesco

(f.) Novelle

romanzo.

(s.m.), 1 nel Medioevo componimento in lingua volgare di argomento cavalleresco eroico. 2 in epoca moderna, componimento narrativo in prosa, più vasto della novella. 3 (agg.), dicesi di ciascuna delle lingue derivate dal latino.

Inglese

romance

Francese

(m.) roman

Tedesco

(m.) Roman

grăvis

e, agg. (compar. gravior, ius; superl. gravissimus, a, um): grave, pesante; gravido, pieno, carico, aggravato; fastidioso, molesto; importante; severo, autorevole; basso (detto di voce); grezzo. Esempi: gravis silex, pesante selce; grave amiculum, mantello pesante; graves Persae, i molesti Persiani; si tisi grave non erit, se non ti sarà grave; in populum Romanum grave est, è cosa grave (pericolosa) per il popolo romano; naves hostium spoliis graves, navi cariche delle spoglie dei nemici; vino gravis, avvinazzato; vino et somno graves, oppressi dal vino e dal sonno; gravis annis (o aetate), grave di anni; vir gravis, uomo importante; homo auctoritate gravis, uomo di grande autorità; gravis auctor in medicina, scrittore autorevole in medicina; gravis testis, testimonio autorevole; grave bellum, guerra terribile; gravis victor, vincitore spietato; graves inimicitiae, inimicizia violenta; graves morbo, languente per malattia; graves ictus excipere, ricevere gravi colpi; gravis morbus, pericolosa malattia; gravis autumnus, autunno insalubre; gravis nuncius, molesta novella; gravis odor est, è un odore fastidioso; quis Catone gravior in laudando?, chi più severo di Catone nel lodare?; grave edictum, severo editto; gravis sonus, tono di voce grave; aes, argentum grave, rame, argento grezzo (non ancora coniato).

histŏria

ae, f.: storia; racconto, favola, mito; cognizione, conoscenza, notizia, ricerca. Esempi: historia, testis temporum, lux veritatis, la storia è testimonianza dei tempi, luce di verità; rem historiae mandare, affidare alla storia un fatto; omnibus historiis se meus aptat amor, il mio amore si adatta a tutte le favole; maxima de nihilo nascitur historia, dal nulla si forma una lunghissima novella; aliquid historiā dignum, qualche cosa che merita di essere conosciuta; in omni historia curiosus, appassionato in ogni ricerca.

nŏvellus

a, um, agg.: novello, nuovo, giovane. Esempio: novella oppida, città da poco sottomesse.

Linea flashing backefro

Linea flashing backefro

Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z

Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z

Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z

Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea

Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte

Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea

Storia Antica Storia Moderna

Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z

Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9

Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z

Linea flashing backefro

Translate Yandex.ru Search Yahoo! Search in the USA Cerca con Google.it !

Buon Giorno! ::::: Grazie per la visita!

w3c ^up^ Stats

TP Comuni

Copyright (c) 2002 - 15 Mar. 2025  9:01:16 am trapaninfo.it home disclaim

TP Comuni

Visitors

trapaninfo.it

Ultima modifica : 02/01/2025 18:15:10

Down @webmaster Up