Decameron di Giovanni Boccaccio Conclusione Dell'Autore.
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Il quale prima che io le conceda, brievemente a alcune cosette, le quali forse alcuna di voi o altri potrebbe dire (con ciò sia cosa che a me paia esser certissimo queste non dovere avere spezial privilegio piú che l'altre cose, anzi non averlo mi ricorda nel principio della quarta giornata aver mostrato), quasi a tacite quistion mosse di rispondere intendo. Saranno per avventura alcune di voi che diranno che io abbia nello scriver queste novelle troppa licenzia usata, sí come in fare alcuna volta dire alle donne e molto spesso ascoltare cose non assai convenienti né a dire né a ascoltare a oneste donne.La qual cosa io nego, per ciò che niuna si disonesta n'è, che, con onesti vocaboli dicendola, si disdica a alcuno: il che qui mi pare assai convenevolmente bene aver fatto. Ma presuppognamo che cosí sia, ché non intendo di piatir con voi, che mi vincereste. Dico a rispondere perché io abbia ciò fatto assai ragion vengon prontissime. Primieramente se alcuna cosa in alcuna n'è, la qualità delle novelle l'hanno richesta, le quali se con ragionevole occhio da intendente persona fian riguardate, assai aperto sarà conosciuto, se io quelle della lor forma trar non avessi voluto, altramenti raccontar non poterlo. E se forse pure alcuna particella è in quella, alcuna paroletta piú liberale che forse a spigolistra donna non si conviene, le quali piú le parole pesan che' fatti e piú d'apparer s'ingegnan che d'esser buone, dico che piú non si dee a me esser disdetto d'averle scritte che generalmente si disdica agli uomini e alle donne di dir tutto dí 'foro' e 'caviglia' e 'mortaio' e 'pestello' e 'salsiccia'e 'mortadello', e tutto pien di simiglianti cose. Sanza che alla mia penna non dee essere meno d'auttorità conceduta che sia al pennello del dipintore, il quale senza alcuna riprensione, o almen giusta, lasciamo stare che egli faccia a san Michele ferire il serpente con la spada o con la lancia e a san Giorgio il dragone dove gli piace, ma egli fa Cristo maschio e Eva femina, e a Lui medesimo, che volle per la salute della umana generazione sopra la croce morire, quando con un chiovo e quando con due i piè gli conficca in quella. Appresso assai ben si può cognoscere queste cose non nella chiesa, delle cui cose e con animi e con vocaboli onestissimi si convien dire, quantunque nelle, sue istorie d'altramenti fatte che le scritte da me si truovino assai; né ancora nelle scuole de' filosofanti dove l'onestà non meno che in altra parte è richesta, dette sono; né tra cherici né tra filosofi in alcun luogo ma ne' giardini, in luogo di sollazzo, tra persone giovani benché mature e non pieghevoli per novelle, in tempo nel quale andar con le brache in capo per iscampo di sé era alli piú onesti non disdicevole, dette sono. Le quali, chenti che elle si sieno, e nuocere e giovar possono, sí come possono tutte l'altre cose, avendo riguardo all'ascoltatore. Il Boccaccio in un dipinto di Andrea del Castagno Chi non sa ch'è il vino ottima cosa a' viventi, secondo Cinciglione e Scolaio e assai altri, e a colui che ha la febbre è nocivo? direm noi, per ciò che nuoce a' febricitanti, che sia malvagio? Chi non sa che il fuoco è utilissimo, anzi necessario a' mortali? direm noi, per ciò che egli arde le case e le ville e le città, che sia malvagio? L'arme similmente la salute difendon di coloro che pacificamente di viver disiderano, e anche uccidon gli uomini molte volte, non per malizia di loro, ma di coloro che malvagiamente l'adoperano. Niuna corrotta mente intese mai sanamente parola: e cosí come le oneste a quella non giovano, cosí quelle che tanto oneste non sono la ben disposta non posson contaminare, se non come il loto i solari raggi o le terrene brutture le bellezze del cielo. Quali libri, quali parole, quali lettere son piú sante, piú degne, piú reverende che quelle della divina Scrittura? E sí' sono egli stati assai che, quelle perversamente intendendo, sé e altrui a perdizione hanno tratto, Ciascuna cosa in se medesima è buona a alcuna cosa, e male adoperata può essere nociva di molte; e cosí dico delle mie novelle. Chi vorrà da quelle malvagio consiglio e malvagia operazion trarre, elle nol vieteranno a alcuno, se forse in sé l'hanno, e torte e tirate fieno a averlo: e chi utilità e frutto ne vorrà, elle nol negheranno, né sarà mai che altro che utile e oneste sien dette o tenute, se a que' tempi o a quelle persone si leggeranno per cui e pe' quali state son raccontate. Chi ha a dir paternostri o a fare il migliaccio o la torta al suo divoto, lascile stare; elle non correranno di dietro a niuna a farsi leggere, benché e le pinzochere altressí dicono e anche fanno delle cosette otta per vicenda! Saranno similmente di quelle che diranno qui esserne alcune che, non essendoci, sarebbe stato assai meglio. Concedasi: ma io non pote' né doveva scrivere se non le raccontate, e per ciò esse che le dissero le dovevan dir belle e io l'avrei scritte belle. Ma se pur prosuppor si volesse che io fossi stato di quelle e lo 'nventore e lo scrittore, che non fui, dico che io non mi vergognerei che tutte belle non fossero, per ciò che maestro alcun non si truova, da Dio in fuori, che ogni cosa faccia bene e compiutamente; e Carlo Magno, che fu il primo facitor di paladini, non ne seppe tanti creare che esso di lor soli potesse fare oste. Conviene nella moltitudine delle cose diverse qualità di cose trovarsi. Niun campo fu mai sí ben coltivato, che in esso o ortica o triboli alcun pruno non si trovasse mescolato tra l'erbe migliori. Senza che, a avere a favellare a semplici giovinette, come voi il piú siete, sciocchezza sarebbe stata l'andar cercando e faticandosi in trovar cose molte esquisite, e gran cura porre di molto misuratamente parlare. Tuttavia che va tra queste leggendo, lasci starquelle che pungono e quelle che dilettano legga: elle, per non ingannare alcuna persona, tutte nella fronte portan segnato quello che esse dentro dal loro seno nascoso tengono. E ancora, credo, sarà tal che dirà che ce ne son di troppo lunghe; alle quali ancora dico che chi ha altra cosa a fare, follia fa a queste leggere, eziandio se brievi fossero. E come che molto tempo passato sia da poi che io a scriver cominciai infino a questa ora che io al fine vengo della mia fatica, non m'è per ciò uscito di mente me avere questo mio affanno offerto all'oziose e non all'altre: e a chi per tempo passar legge, niuna cosa puote esser lunga, se ella quel fa per che egli l'adopera. Le cose brievi si convengon molto meglio agli studianti, li quali non per passare ma per utilmente adoperare il tempo faticano, che a voi donne, alle quali tanto del tempo avanza quanto negli amorosi piaceri non ispendete. E oltre a questo, per ciò che né a Atene né a Bologna o a Parigi alcuna di voi non va a studiare, piú distesamente parlar vi si conviene che a quegli che hanno negli studii gl'ingegni assottigliati. Né dubito punto che non sien di quelle ancor che diranno le cose dette esser troppe, piene e di motti e di ciance, e mal convenirsi a un uomo pesato e grave aver cosí fattamente scritto. A queste son io tenuto di render grazie e rendo, per ciò che da buon zelo movendosi tenere sono della mia fama. Ma cosí alla loro opposizion vo' rispondere. Io confesso d'esser pesato e molte volte de' miei dí essere stato; e per ciò, parlando a quelle che pesato non m'hanno, affermo che io non son grave, anzi son io sí lieve, che io sto a galla nell'acqua; e considerato che le prediche fatte da' frati per rimorder delle lor colpe gli uomini, il piú oggi piene di motti e di ciance e di scede, estimai che quegli medesimi non stesser male nelle mie novelle, scritte per cacciar la malinconia delle femine. Tuttavia, se troppo per questo ridessero, il lamento di Germia, la passione del Salvatore e il ramarichio della Magdalena ne le potrà agevolmente guerire. E chi starà in pensiero che ancor di quelle non si truovino che diranno che io abbia mala lingua e velenosa, per ciò che in alcun luogo scrivo il ver de' frati? A queste che cosí diranno si vuol perdonare, per ciò che non è da credere che altro che giusta cagione le muova, per ciò che i frati son buone persone e fuggono il disagio per l'amor di Dio e macinano a raccolta e nol ridicono; e se non che di tutti un poco vien del caprino, troppo sarebbe piú piacevole il piato loro. Confesso nondimeno le cose di questo mondo non avere stabilità alcuna ma sempre essere in mutamento, e cosí potrebbe della mia lingua essere intervenuto; la quale, non credendo io al mio giudicio, il quale a mio potere io fuggo nelle mie cose, non ha guari mi disse una mia viana che io l'aveva la migliore e la piú dolce del mondo: e in verità, quando questo fu, egli erano poche a scrivere delle soprascritte novelle. E per ciò che animosamente ragionan quelle cotali, voglio che quello che è detto basti lor per risposta. E lasciando omai a ciascheduna e dire e credere come le pare, tempo è da por fine alle parole, Colui umilmente ringraziando che dopo sí lunga fatica col suo aiuto n'ha al disiderato fine condotto. E voi, piacevoli donne, con la sua grazia in pace vi rimanete, di me ricordandovi, se a alcuna forse alcuna cosa giova l'averle lette. Qui finisce la Decima e ultima giornata del libro chiamato Decameron cognominato prencipe Galeotto. Guadagnare navigando! Acquisti prodotti e servizi. Guadagnare acquistando online. Il Decamerone Le Giornate e Le Novelle Vocabolario boccaccesco.(agg.; pl. m. -schi), 1 del Boccaccio. 2 licenzioso, lubrico.Inglese of Boccaccio.Francese à la manière de Boccace.Tedesco im Stile Boccacciosboccacciano.(agg.), del Boccaccio.Inglese in the style of BoccaccioFrancese à la manière de Boccace.Tedesco im Stile Boccacciosstile.(s.m.), 1 modo di esporre in forma artistica un sentimento, uno stato d'animo: lo - del Boccaccio, del Tiepolo, di Rossini; - aulico, elevato; un mobile stile Luigi XV, proprio di un'epoca. 2 modo elegante di muoversi o di compiere una qualunque attività: un giocatore di grande -; nuotatore a - libero, nella maniera preferita; un'attacco in grande -, effettuato con tutte le forze. 3 sistema di calcolare l'inizio dell'anno.Inglese styleFrancese (m.) styleTedesco (m.) Stilnovella.(s.f.), 1 racconto non lungo di un fatto vero o inventato 2 notizia, nuova. 3 ciascuna delle costituzioni dovute a un imperatore romano o bizantino.Inglese short storyFrancese (m.) conteTedesco (f.) Novelleromanzo.(s.m.), 1 nel Medioevo componimento in lingua volgare di argomento cavalleresco eroico. 2 in epoca moderna, componimento narrativo in prosa, più vasto della novella. 3 (agg.), dicesi di ciascuna delle lingue derivate dal latino.Inglese romanceFrancese (m.) romanTedesco (m.) Romangrăvise, agg. (compar. gravior, ius; superl. gravissimus, a, um): grave, pesante; gravido, pieno, carico, aggravato; fastidioso, molesto; importante; severo, autorevole; basso (detto di voce); grezzo. Esempi: gravis silex, pesante selce; grave amiculum, mantello pesante; graves Persae, i molesti Persiani; si tisi grave non erit, se non ti sarà grave; in populum Romanum grave est, è cosa grave (pericolosa) per il popolo romano; naves hostium spoliis graves, navi cariche delle spoglie dei nemici; vino gravis, avvinazzato; vino et somno graves, oppressi dal vino e dal sonno; gravis annis (o aetate), grave di anni; vir gravis, uomo importante; homo auctoritate gravis, uomo di grande autorità; gravis auctor in medicina, scrittore autorevole in medicina; gravis testis, testimonio autorevole; grave bellum, guerra terribile; gravis victor, vincitore spietato; graves inimicitiae, inimicizia violenta; graves morbo, languente per malattia; graves ictus excipere, ricevere gravi colpi; gravis morbus, pericolosa malattia; gravis autumnus, autunno insalubre; gravis nuncius, molesta novella; gravis odor est, è un odore fastidioso; quis Catone gravior in laudando?, chi più severo di Catone nel lodare?; grave edictum, severo editto; gravis sonus, tono di voce grave; aes, argentum grave, rame, argento grezzo (non ancora coniato).histŏriaae, f.: storia; racconto, favola, mito; cognizione, conoscenza, notizia, ricerca. Esempi: historia, testis temporum, lux veritatis, la storia è testimonianza dei tempi, luce di verità; rem historiae mandare, affidare alla storia un fatto; omnibus historiis se meus aptat amor, il mio amore si adatta a tutte le favole; maxima de nihilo nascitur historia, dal nulla si forma una lunghissima novella; aliquid historiā dignum, qualche cosa che merita di essere conosciuta; in omni historia curiosus, appassionato in ogni ricerca.nŏvellusa, um, agg.: novello, nuovo, giovane. Esempio: novella oppida, città da poco sottomesse.Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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