Uccello delle Risaie (Padda oryzivora) Fringuello dal Petto Giallognolo (Pytelia subflava) Fringuello Sanguigno (Logonisticta minima) Fringuello Variopinto (Emblema picta) Ipochera Orientale (Hypochera ultramarina) Bengali o Bengalino (Mariposa phoenicotis) Astrilda Ondulata (Astrilda undulata) Tessitore Repubblicano (Philaeterus socius) Tessitore Giallo (Ploceus galbula) Baya o Tessitore di Giava (Nelicurvius baya) Dioch o Tessitore dal Becco Sanguigno (Quelea sanguinirostris) Uccelli PasseraceiI Mammiferi Gli Artiodattili I Carnivori I Cetacei I Folidoti Gli Insettivori Gli Iracoidei I Lemuri I Marsupiali I Monotremi I Perissodattili I Pinnipedi I Proboscidati I Rosicanti Le Scimmie Gli Sdentati I Sirenidi I Tubulidentati I Volitanti Gli Uccelli I Brevipenni I Cantatori I Coracirostri I Fissirostri I Giratori Le Gralle I Lamellirostri I Levirostri I Longipenni I Pappagalli I Passeracei I Rapaci I Razzolatori I Ronzatori Gli Steganopodi Gli Urinatori Uccelli Brevipenni Cantatori Coracirostri Fissirostri Giratori Gralle Lamellirostri Levirostri Longipenni Pappagalli Passeracei Rampicanti Rapaci Razzolatori Ronzatori Steganopodi Urinatori VITA DEGLI ANIMALI - UCCELLI - PASSERACEIUCCELLO DELLE RISAIE (Padda oryzivora)E' una delle specie più grandi della famiglia, caratterizzata da un becco grosso e forte, che entra nella fronte ad angolo retto. Le ali sono di media lunghezza, la coda corta e arrotondata e le penne larghe. Nel suo colorito, distinguiamo il nero lucido della testa e della gola, il bianco delle guance, gli orli esterni delle remiganti a riflessi d'argento e la coda del tutto nera nella parte inferiore; per il resto, il colore dominante è il grigio. Nel becco si notano due colori, il rosa vivace generale e il color perla sulla punta e sugli orli; l'iride è bruna, le palpebre rosse ed i piedi rossicci. I cinesi chiamano padda il riso non sgusciato; da qui trae il suo nome questo uccello che deve essere sempre stato ben diffuso e conosciuto presso quelle popolazioni, poiché spesso lo si vede rappresentato negli antichi dipinti e nelle stampe. Oltre che in Asia, vive nelle isole di Sumatra e di Giava. Abita volentieri presso l'abitato, frequentando esclusivamente regioni coltivate; nel periodo in cui le risaie sono sommerse dalle acque, cioè da aprile a novembre quando le pianticelle germogliano, vive in coppie in piccoli branchi nei giardini, nei cespugli, nei boschetti vicini ai villaggi in cerca di piccoli frutti, sementi, bacche, ma anche di piccoli insetti e di vermi.A parte il pregio delle piume elegantemente colorate, non ne possiede altri; il suo grido e il suo canto, se canto valga la pena di chiamarlo, non sono affatto interessanti. Il cibo preferito è, come dice il suo nome, il riso grezzo: quando le risaie ingialliscono e vengono prosciugate, vi cala in grossi drappelli, apportando gravi danni al raccolto e anche al termine di questo, fino al sopraggiungere della stagione piovosa, ossia fin verso novembre, trovando nelle risaie graditissimo e abbondante nutrimento oltre che per le spighe dimenticate, per i semi delle erbe selvatiche che spuntano e maturano in brevissimo tempo fra le stoppie. Questa è la stagione più indicata per la caccia, perché gli uccelli sono grossi, panciuti e di carni saporite. E' singolare il sistema usato dai coloni per salvare la risaia dalle devastazioni: viene costruita nel centro del campo una piccola capanna (o anche parecchie se il campo è vasto), sorretta da quattro canne di bambù, dalla quale in vario senso, verso pali fissati a diversa distanza, corrono molte cordicelle su cui vengono appesi spauracchi di ogni genere, fantocci, cenci, foglie secche, ecc. Un uomo, accovacciato nell'interno come un ragno in mezzo alla sua tela, tirando or l'una or l'altra delle corde, fa ballare i fantocci e stormire le foglie, mettendo in fuga gli ospiti sgraditi. L'Uccello delle Risaie costruisce il nido sulla cima di diversi alberi o fra quelle piante parassite che ricoprono numerose il tronco dell'«areng», una palma assai diffusa nelle regioni asiatiche. Secondo che venga costruito su queste piante o sugli alberi, varia assai di grandezza: sugli alberi è più voluminoso, sempre però intessuto poco solidamente con steli di varie erbe. La forma è quella di una mezza sfera regolare. Le uova, bianche e lucide, sono sei e a volte anche otto. Messo in gabbia, questo uccello non si lascia affatto addomesticare e non si riproduce; inoltre, con gli eventuali compagni di prigionia si mostra di indole rissosa e prepotente. FRINGUELLO DAL PETTO GIALLOGNOLO (Pytelia subflava)E' lungo oltre otto centimetri ha un'apertura alare di oltre dodici centimetri e la coda di circa tre.Il becco, più o meno allungato, aguzzo, dalla punta graziosamente ricurva, penetra nella fronte ad angolo retto. Nelle ali, la seconda remigante è la più lunga, la prima e la terza sono in egual misura un po' più corte. La coda è corta e arrotondata. Il colorito generale appare superiormente verde-oliva o grigio, più chiaro sui lati dell'addome, segnati da macchie ondulate giallognole. In particolare diremo che le parti superiori sono grigio-oliva tendenti al bruniccio, il groppone è rosso bruniccio, la gola è bianca. La parte anteriore della testa presenta una striscia interoculare rosso-sangue, la parte superiore del petto e il sottocoda sono arancione, il ventre è giallo limone con i lati grigio-oliva e macchie semilunari, la coda è nera con orlature bianche alle estremità; becco e gambe sono rossi. Vive in brigate numerose e in coppie, sempre in perfetta armonia anche con soggetti di specie diverse; si nutre di varie piccole sementi. Il suo canto, seppure piuttosto debole, specialmente nel periodo degli amori diventa melodioso e piacevole. Questi graziosissimi uccelli vengono importati a migliaia, dall'Africa occidentale dove sono molto diffusi, sui mercati europei. Sono facili da addomesticare e in prigionia non richiedono cure eccessive; si mostrano amabili e socievoli con i compagni e, usando le dovute cautele, l'allevatore ne può ottenere la riproduzione. Nati in cattività, si mostrano ancora più docili e domestici. FRINGUELLO SANGUIGNO (Logonisticta minima)E' lungo meno di otto centimetri, con circa tredici centimetri di apertura d'ali e tre centimetri di coda.Ha il becco allungato e compresso ai lati e la coda arrotondata. La parte superiore del capo, quella posteriore del collo, le ali e il dorso sono di un bruno-scuro che tende al nero sulla coda; la faccia, il collo nella parte anteriore, il petto e il groppone sono rosso-carminio, il ventre bruno-terra chiaro, il sottocoda grigiastro. Piccoli puntini bianchi ornano i lati del petto e del groppone. Becco e piedi sono rossi, l'iride bruna. La femmina è quasi completamente bruno-grigia, inferiormente più chiara, rosso-carminio soltanto sul groppone, ma anch'essa punteggiata di bianco sui fianchi. I piccoli somigliano alla madre. E' un uccello tropicale, diffusissimo in Africa e particolarmente nel Sudan e in Egitto, dove si può dire che occupi un posto analogo a quello dei nostri passeri domestici. Frequenta i villaggi e le capanne in prossimità dei boschi; vive anche in luoghi isolati, nella steppa deserta e sulle alte montagne. Lo si incontra, insieme ad altri uccelli affini, in numerosissime brigate. E' molto socievole e va d'accordo con i suoi affini anche all'epoca degli amori. Vivacissimo, fino al calar del sole non si riposa un minuto, vola senza interruzione di ramo in ramo o saltella affaccendato con grande agilità, sui tetti delle case e sul terreno. Solo nelle ore infuocate cerca riparo dai raggi del sole nel folto degli alberi sempreverdi per una brevissima sosta. Circa all'inizio di settembre si occupa della propagazione. Le coppie penetrano senza timore nei luoghi abitati e sotto i tetti delle capanne d'argilla degli indigeni cercano il posto adatto per costruire il nido. Per covare depongono le uova in terra, o anche in un nido costruito rudimentalmente sulle cime degli alberi. Tutti e due gli sposi concorrono alla costruzione che si riduce quasi sempre a un confuso cumulo di steli secchi nel centro del quale praticano una cavità appena rivestita di poche piume, che la femmina strappa agilmente ad altri uccelli, al proprio compagno o a sé stessa. Anche la cova, che dura tredici giorni, è compiuta da tutti e due alternativamente. I coniugi sono molto attaccati uno all'altro, si cercano continuamente e di notte dormono uno accanto all'altro bene uniti. E' curioso il corteggiamento del maschio: preso un piccolo stelo col becco, saltella intorno alla femmina cantando nello stesso tempo allegramente; ma se quella si mostra renitente, si infuria e l'insegue. I piccini vengono allevati dai genitori con grande cura a base di grani ammollati nel gozzo e di insetti; il loro abito consiste in una leggera lanugine bruna. In cattività il maschio si mostra rissoso verso gli eventuali rivali ed è opportuno tenere le coppie separate. L'accoppiamento sia in gabbia che in libertà si può ripetere anche tre volte l'anno, tenendo presente che i prigionieri in quel periodo hanno bisogno di molto calore. Guadagnare navigando! Acquisti prodotti e servizi. Guadagnare acquistando online. FRINGUELLO VARIOPINTO (Emblema picta)Si distingue dagli altri della sua specie per il lungo becco conico e per il colore variopinto delle piume. Le ali sono piuttosto corte, la coda è molto arrotondata ai lati. La parte superiore del capo, le parti inferiori del corpo, le ali e la coda sono brune; la faccia, il collo nella parte anteriore e il groppone rossi, la mascella superiore nera, quella inferiore rosso-scarlatto con macchie triangolari nere alta base; i piedi sono rosso-chiari. Lo si può considerare il rappresentante australiano dei fringuelli sanguigni.IPOCHERA ORIENTALE (Hypochera ultramarina)E' un uccello dal corpo tarchiato e robusto, con la coda breve e tondeggiante e le ali piuttosto lunghe. Il becco è corto e di forma conica, arcuato nella parte superiore e con il culmine che si addentra nella fronte ad angolo acuto. Sotto entrambe le narici sono poste tre o quattro setole nere, lunghe all'incirca quanto la metà del becco. Le sue proporzioni sono comprese tra gli undici centimetri circa della lunghezza complessiva (tre della coda) e i sei centimetri di ciascuna delle ali. Il colore è nero nel maschio, con riflessi verde-scuri o azzurro-scuri; nella femmina, simile al passero, è specialmente diffuso il bruno-pallido, con il petto, il ventre e le copritrici inferiori della coda bianchi. Col mutare della stagione e precisamente con il termine del periodo delle piogge, il maschio muta i colori del suo abito e viene a rassomigliare notevolmente alla compagna. L'Ipochera Orientale è specialmente diffusa, come del resto rivela il nome che normalmente le si attribuisce, nelle regioni orientali dell'Africa. La si incontra quasi dappertutto, nelle steppe quasi prive di vegetazione come nei pressi degli abitati e tra i campi coltivati: gli stuoli invadono spesso i terreni sui quali viene coltivata la dura e arrecano danni notevolissimi. Per questo l'Ipochera è molto odiata dagli indigeni, che cercano di allontanarla dalle coltivazioni con stratagemmi analoghi a quelli usati per tenere lontani gli uccelli delle risaie dai contadini cinesi. Nelle zone in cui mancano le colture dell'uomo si tiene solitamente nei pressi dei pozzi e nei punti in cui si arrestano le carovane per raccogliere i resti del pasto consumato dall'uomo e dai cammelli; ed anche in questa difficile condizione non le viene meno la natura allegra e graziosa, preoccupata, si direbbe, di richiamare continuamente su di sé l'attenzione dell'osservatore. Tra il gennaio e il marzo si colloca il periodo degli amori; gli stuoli si separano in coppie che procedono alla costruzione del nido, solitamente molto rudimentale e formato da un confuso mucchietto di erbe. In cattività, l'Ipochera vive abbastanza facilmente, e se le coppie vengono isolate, non è raro che si verifichi la riproduzione. Quando in una stessa gabbia si trovano più individui, tuttavia, essa dimostra un carattere vivacissimo e combattivo, che la porta a molestare continuamente i vicini e addirittura ad uccidere quelli di specie più debole; il che non è un segno di vigliaccheria ma solo un tratto dell'istinto, com'è dimostrato dal fatto che, anche con le specie maggiori, essa dimostra un coraggio ed una combattività non minori.BENGALI o BENGALINO (Mariposa phoenicotis)Lungo circa undici centimetri con una apertura alare di sedici e la coda di tre, è un passeraceo di forme snelle, con la coda cuneiforme e il becco assai più lungo di quanto non sia alto e largo.Il piumaggio è folto, principalmente grigio nelle parti inferiori e superiori; la faccia, il petto, i fianchi e la metà superiore della coda sono però verdi sfumati d'azzurro, e le guance sono abbellite da una macchia rossa. Il becco è pure rosso, ma più chiaro, e così il piede. La femmina si distingue facilmente per l'assenza delle macchie rosse sulle guance. Il Bengali è diffuso in gran parte del continente Africano è difficile trovarlo in stuoli numerosi, e lo si incontra piuttosto in piccoli gruppi mescolati con quelli di altre specie affini nelle zone scoperte, prive cioè di una vegetazione particolarmente intensa e formata da alberi d'alto fusto. Il cibo che cerca di preferenza è costituito, come per quasi tutti i membri di questa famiglia, da semi e grani di vario genere. Ha un carattere vivace e mobile, e il suo canto, benché piuttosto fioco, non è sgradevole. Il nido, costruito senza alcuna cura esteriore, assomiglia piuttosto ad un fascio di fieno appoggiato ai bassi cespugli tra i quali prevalentemente l'uccello vive; in esso vengono deposte da quattro a sette uova, di colore bianco. Avendone cura, il Bengali può vivere in gabbia per diversi anni; si può ottenerne la riproduzione isolando le coppie e badando a non far loro soffrire il freddo, che potrebbe essere pericoloso, dal momento che il loro periodo di accoppiamento coincide con il nostro inverno. ASTRILDA ONDULATA (Astrilda undulata)Questa specie si distingue dalla precedente per il piumaggio e per la misura del becco, che è alquanto ridotta. Il colorito, nericcio, è caratterizzato dal disegno delicato e da sottili linee ondulate diffuse in tutto il corpo. La parte superiore è più scura dell'inferiore, la coda quasi nera, e le redini, assieme ad una striscia prolungata dietro gli occhi, sono rosso sangue. Sulle penne caudali le linee ondulate sono meno definite; il becco è rosso e il piede grigio. Quanto alle misure, esse vanno dai dieci centimetri di lunghezza complessiva, di cui cinque costituiti dalla coda, ai dieci-undici centimetri dell'apertura alare. Le astrilde abitano l'Africa centrale e meridionale, in stuoli piccoli o grandi che si tengono tra i cespugli più folti e cercano anche sui terreni scoperti i semi di varie erbe. Si interessano anche ai campi coltivati, e non di rado danno la caccia alle termiti volanti. Si appaiano e nidificano nel tardo autunno e nell'inverno, costruendo il nido in posizione non troppo elevata, tra le erbe e i cespugli; la foggia che gli danno è quasi sferica, lo muniscono cioè di una copertura superiore, lasciando poi lateralmente un foro di ingresso. Si servono di erbe molto fini e di strette foglie non saldamente trattenute dagli steli, cosicché esse spesso pendono in fuori. Le uova, quattro o cinque, sono piccole e vengono covate alternativamente dal maschio e dalla femmina. La cattura non è difficile, e se ne possono prendere in gran numero usando le reti. Il loro aspetto aggraziato, l'addomesticabilità e il buon carattere sono, assieme al canto dolce e argentino, i motivi che le rendono molto gradevoli in cattività. Del resto, vi si adattano con facilità e con una certa cura se ne ottiene regolarmente la riproduzione.TESSITORIGli uccelli che fanno parte di questa famiglia si presentano con proporzioni non molto grandi, il corpo snello e allungato, le ali lunghe e la coda ridotta.I colori prevalenti sono il giallo e il giallo-rossiccio mescolati al nero, ma in alcune specie dominano anche il rosso, il grigio e il bianchiccio. Vivono in Africa e nell'Asia meridionale, arcipelaghi compresi, e non si sciolgono completamente nemmeno nel periodo dell'accoppiamento, e che portano la distruzione nei campi che invadono. Il loro cibo è infatti costituito da sementi di ogni specie, ma soprattutto dai grani e dai cereali: sono inoltre assidui cacciatori di insetti, che servono di quasi esclusivo nutrimento della prole. E' specialmente dopo il termine dell'incubazione che essi aumentano il ritmo delle incursioni e diventano dannosi: l'uomo è allora costretto ad usare tutti i mezzi per scacciarli e difendere le proprie ricchezze agricole. Ed i pericoli vengono loro, oltre che dall'uomo, da numerose specie di uccelli da preda. Ma la caratteristica essenziale dei Tessitori è data dalla straordinaria maestria che essi dimostrano nella costruzione dei nidi: è un'opera che richiede mesi di lavoro, nel quale l'uccello si dimostra esigentissimo, arrivando persino a distruggere il già fatto se non lo ritiene abbastanza perfetto. Scelgono di solito i rami delle piante sporgenti sull'acqua, più di rado i cespugli delle mimose o delle spina-cristi, e si può in generale dire che le colonie dei Tessitori rappresentino uno dei caratteri distintivi delle zone in cui vivono. Nidificano sempre in grandi società: il nido non si trova quasi mai isolato su un albero, di solito se ne trovano l'uno accanto all'altro anche venti o trenta; e certi alberi ne sono addirittura stracarichi. Il lavoro di tessitura è minuzioso e perfetto, fatto con ramoscelli, radici, steli pieghevoli riuniti assieme in forme diverse, ma sempre con eccezionale robustezza: il nido del tessitore può durare anche tre o quattro anni senza risentire della azione delle intemperie. Il suo scopo principale, naturalmente, è sempre quello di soddisfare alle necessità della riproduzione, ma la foggia può anche dipendere da altre esigenze: così, a volte, i nidi sono doppi, perché il maschio si costruisce un ricovero in cui sostare mentre la femmina è intenta alla cova, e altre specie usano addirittura suddividerli in diverse camerette. Questi uccelli covano più volte all'anno, e questo spiega perché sia così frequente trovare, in mesi diversi, uova appena deposte e nidi appena costruiti. Amano teneramente i loro piccoli: del resto, il tipo di costruzione che adottano per i nidi è in gran parte il frutto dell'istinto di difesa e di protezione della prole. Così sospesi ai rami, infatti, e spesso sporgenti sulle acque, essi sconsigliano dall'avvicinarsi le scimmie e gli altri mammiferi pericolosi, che sarebbero destinati a fare delle rovinose cadute. E certe specie provvedono ad aumentare ancora la sicurezza delle abitazioni, intrecciando nelle pareti delle spine con le punte volte all'infuori. Alla cattività, i Tessitori si adattano in genere facilmente, e avendone le opportune cure, si può indurli a compiere l'affascinante lavoro che li rende caratteristici: a questo modo compensano, abbondantemente, l'esiguità delle loro doti di cantori. TESSITORE REPUBBLICANO (Philaeterus socius)E' una delle specie più note della famiglia, i cui caratteri distintivi sono dati dal becco allungato, conico e dolcemente ricurvo fin dalla base, munito inoltre di un dente poco pronunciato, posto al centro dei margini; dalle ali non molto lunghe, che oltrepassano di poco la radice della coda, la quale è alquanto arrotondata. Come in tutti i tessitori, il piede è piuttosto robusto e i colori semplici. La parte superiore del capo, con i lati e il davanti del collo ed il petto, sono di color grigio-terra; la stessa tinta è diffusa sulla nuca e sul dorso, che mostrano però delle linee ondulate nere. Le copritrici delle ali, le remiganti e le timoniere sono brune con gli orli grigi, e le penne ai lati del ventre, anch'esse orlate di grigio, sono nericce. Il nero, più accentuato, ritorna in due piccole macchie poste davanti a ciascun occhio e nel contorno della mascella inferiore. Il becco e le gambe sono invece di un pallido color corno. E' possibile distinguere i due sessi, perché la femmina ha il dorso alquanto più chiaro, e quanto ai piccoli, la loro testa è striata di bruno e sono privi della macchia nera sulla mascella inferiore. La lunghezza di questi uccelli si aggira sui diciassette centimetri, compresi i cinque della coda, e ciascun'ala misura circa cinque-sei centimetri. Il Tessitore Repubblicano vive nell'Africa meridionale in stuoli numerosi che si trattengono e nidificano sugli alberi di grande altezza o sui fusti arborescenti. Cercano il loro cibo tra le sementi delle stesse erbe di cui si servono per costruire i nidi, il cui modo di costruzione è singolarissimo. Essi sono infatti posti l'uno accanto all'altro, in numero molto rilevante, sotto un medesimo tetto, che assomiglia da vicino al tetto di paglia di una capanna. Sotto di esso si raccolgono ottocento o anche mille uccelli, e ciascuna coppia pensa alla costruzione del proprio nido: tutti vengono costruiti vicinissimi, cosicché, quando sono finiti, sembrano quasi un nido solo, fornito superiormente di un tetto e inferiormente di innumerevoli buchi d'ingresso. La struttura e la composizione del tetto e delle pareti sono di estrema precisione e solidità: per giorni e giorni gli uccelli si affaccendano a raccogliere i materiali necessari, il principale dei quali è l'erba. Singolare, poi, è il fatto che ogni nido non venga adoperato che per una sola cova; per le successive, nuovi nidi vengono aggiunti al di sotto dei vecchi, dimodoché il tetto e quelli vecchi vengono nel loro insieme a costituire la copertura delle nuove abitazioni. Questo concentramento di nidi, e il loro affastellarsi gli uni sugli altri nel tempo, hanno logicamente per effetto di sottoporre ad uno sforzo enorme i rami tra i quali sorgono le curiose costruzioni dei tessitori; le quali sono destinate a cadere, dopo qualche tempo, assieme al ramo che non è più in grado di reggerle.TESSITORE GIALLO (Ploceus galbula)Di media grandezza e di forme snelle, questo uccello è dotato di un becco leggermente ricurvo, di ali abbastanza lunghe da raggiungere le copritrici della coda, breve e squadrata, e di piedi forti. Il maschio adulto ha colori molto attraenti. Sommità e lati del capo, assieme alla nuca ed alle parti inferiori, sono di un giallo vivo, mentre la fronte, il davanti degli occhi e il mento sono rossi, tendenti al castano. Il dorso e le penne copritrici delle ali sono verdi, le remiganti brune con gli orli giallastri e le timoniere bruno-gialle orlate di verde. Il becco si presenta nero, l'iride rossiccia e il piede giallo. La femmina si distingue per alcuni particolari della colorazione, che è gialla sulla fronte, verde sulla parte posteriore della testa e della nuca, bianco-sporca sulla gola. Inoltre, il suo becco, invece che nero, è color corno-scuro nella mascella superiore, più chiaro nell'altra. I giovani maschi sono abbastanza simili alla madre. Il Tessitore Giallo vive nell'Africa orientale, ed ha costumi che assomigliano a quelli di molte specie di passeracei: ciò che veramente lo distingue è la straordinaria socievolezza, oltre, logicamente, all'abilità di costruttore che lo accomuna ai suoi affini. Gli individui vivono sempre uniti, tenendosi in numerosi stuoli sui rami degli alberi e, quando nidificano, formando delle nutrite colonie che occupano in gran familiarità gli stessi rami. Alla ricerca del cibo dedicano, secondo la regola generale, le ore del mattino e quelle del tardo pomeriggio; il periodo più caldo della giornata è invece dedicato al riposo e al rifornimento di acqua. E' curioso osservare questi uccelli quando si recano a bere: anche in questa occasione, si riuniscono in gran numero sui rami che sovrastano fiumi e stagni, con grande schiamazzo. Ad un tratto, si precipitano tutti assieme nell'acqua, bevono un sorso e ritornano velocemente sugli alberi. La cosa si può ripetere anche dieci o venti volte, e trova la sua spiegazione nella necessità, da parte del Tessitore, di sfuggire con movimenti imprevedibili e velocissimi, alla minaccia dei falchetti e degli sparvieri che si appostano sui rami circostanti, pronti a lanciarsi su di loro appena li vedano allo scoperto. I nidi vengono costruiti tra il mese di marzo e quello di agosto. Sono appesi saldamente all'estremità di rami lunghi e pieghevoli, e prima di tutto il maschio, che ne è l'artefice principale, si preoccupa di costruire l'impalcatura, che poi riempie con grande attività per darle la indispensabile consistenza. In complesso, il nido ha la forma di un tronco di cono (l'ingresso) collocato sopra una mezza sfera, all'interno della quale è l'abitazione vera e propria, rivestita di steli finissimi e morbidi. Nemmeno durante la incubazione, della quale si occupa la femmina, il lavoro del Tessitore Giallo si arresta: oltre che provvedere a nutrire la compagna, esso si preoccupa di rendere sempre più saldo e stabile il nido, che dovrà servire per successive incubazioni. Le uova sono deposte in numero variabile, di solito tre o cinque, e il loro colore può essere bianco, verde o rossiccio. Quando i piccoli vengono alla luce, il movimento che si osserva nella colonia è addirittura frenetico. I genitori vanno e vengono continuamente, cacciano la testa dentro il foro d'ingresso per imbeccare la prole e ripartono: e siccome i nidi pendono dai rami assai vicini l'uno all'altro, il loro complesso sembra un alveare in continuo movimento. In cattività, il Tessitore Giallo è molto raro e le notizie che se ne hanno non sono molto precise. BAYA o TESSITORE DI GIAVA (Nelicurvius baya)Misura circa quindici centimetri di lunghezza, di cui cinque sono costituiti dalla coda; l'apertura alare raggiunge i ventitré-ventiquattro centimetri, mentre ogni singola ala si aggira sugli otto. Il suo aspetto è piuttosto tarchiato, col becco lungo e arcuato che presenta ai lati della mascella superiore due sinuosità poco profonde. Il colorito nelle parti superiori è bruno scuro, ma siccome le singole piume sono orlate di fulvo molto chiaro, il tono generale appare più sbiadito; in quelle inferiori è ancora fulvo molto, chiaro; sulla faccia e sulla parte anteriore del collo è nero, sulla superiore della testa giallo. Le femmine presentano il mento ed il petto quasi bianchi, e non hanno il nero ed il giallo sulla testa. Il maschio, durante; mesi invernali, assume gli stessi colori della compagna; e in entrambi i sessi troviamo l'iride bruna, il becco corneo e il piede color carne. Il Baya è diffuso in tutta l'Asia meridionale, e soprattutto in India, nella Birmania, nella penisola di Malacca ed a Giava, e predilige le zone boscose. Si ciba di cereali di ogni tipo, soprattutto di riso e di sementi d'erba, e durante i pasti i gruppi in cui si trova riunito, e dei quali spesso fanno parte anche altri uccelli, mandano un continuo pigolìo. Il periodo della riproduzione coincide con la stagione delle piogge. Il nido, elegante e solido, ha la forma di una storta, e per solito il Baya lo costruisce appendendolo alle palme, scegliendo i rami sporgenti sull'acqua e forniti di fogliame non troppo denso. A volte, specie in Birmania, il nido è posto tra le canne di cui son fatte le capanne, senza alcuna soggezione per l'uomo: se ne sono viste certe dai cui tetti pendevano oltre cento nidi. E' questo un tratto piuttosto insolito della natura di questi uccelli, che, tanto socievoli in alcune regioni, in altre non nidificano se non nel fitto dei boschi o sugli alberi isolati e sperduti in mezzo a sterminate risaie. I nidi sono composti di steli erbosi strappati mentre sono ancora verdi, alcune volte anche di strisce di foglie, soprattutto di palma. Le forme sono diverse, e comunque si tratta sempre di una costruzione pensile e molto robusta, nella quale, al punto in cui la parte destinata ad accogliere le uova termina ed inizia il condotto tubolare che serve da ingresso, viene collocata una sbarra trasversale leggermente decentrata. A questo punto, i due sessi cessano di lavorare in comune: la femmina si ritira nell'interno ed inizia ad intessere gli steli più soffici che le vengono portati dal maschio, il quale, quando sia necessario, prosegue da solo le rifiniture esterne. Terminata del tutto la costruzione, vengono poi disposti all'interno dei pezzi di argilla, che secondo alcuni naturalisti servono ad affilare il becco: opinione non del tutto plausibile, essendo più probabile invece che il loro scopo sia quello di rendere ancora più solide le pareti e di farle diventare del tutto impermeabili agli agenti atmosferici. Il numero delle uova deposte non è superiore a due o tre, e quando se ne trovano di più, è probabile che siano state deposte da più femmine: il colore è bianchissimo e la forma allungata. In cattività i baya si adattano agevolmente ai gusti dell'uomo: molto intelligenti, apprendono tutto quello che si è saliti insegnare anche ai canarini, e sono soprattutto divertenti se tenuti in una grande uccelliera, perché in questo caso spiegano tutta la loro bravura nella costruzione dei nidi.DIOCH o TESSITORE DAL BECCO SANGUIGNO (Quelea sanguinirostris)Le principali caratteristiche di questa specie sono date dal becco forte, più lungo che largo e leggermente piegato al culmine, dalle ali di media lunghezza e dalla coda breve, tronca e arrotondata ai lati.La lunghezza si aggira sugli undici centimetri, la coda ne misura circa tre, cinque ciascuna delle ali e diciotto l'apertura alare. Nel periodo della riproduzione, il maschio è generalmente fulvo, con le guance e la gola nere che non si ritrovano nelle femmine e negli individui giovani. Dopo l'incubazione avviene la muta e l'uccello veste il suo abito invernale: in esso si distinguono la gola e il ventre bianchicci, il petto e le parti inferiori del corpo giallognole e con le piume striate. Le parti superiori appaiono verdicce, con larghi margini giallastri, diffusi anche sulla nuca; a questo punto, la differenza tra i sessi è rilevabile solo per la colorazione più brillante del maschio. Diffuso al centro, al nord e nell'occidente del continente africano, il Dioch ha un'indole che lo differenzia notevolmente da tutte le specie finora descritte, rispetto alle quali è più lesto ed agile nei movimenti, ma soprattutto dotato di istinti maggiormente vivaci e battaglieri. Nidifica sugli alberi, costruendo la propria abitazione in prossimità di molte altre: queste comunità appaiono formate da un gran numero di nidi posti all'estremità dei rami e formati di erbe, cui vengono conferite la flessibilità e la consistenza de giunchi mediante un liquido vischioso che viene secreto dal becco. Ogni stelo è disposto con le dita, reso liscio col becco e sagomato differentemente; e durante la costruzione maschio e femmina litigano continuamente. Il risultato finale è perfetto, e assomiglia ad un cestello di salici finemente intrecciati: di forma sferica, ha il foro d'ingresso nella parete anteriore. Maschio e femmina, che vi lavorano solo per tre o quattro ore al giorno, ma ad un ritmo così sostenuto che in meno di una settimana sono giunti al termine, si dividono di solito i compiti, provvedono il primo alla parte esterna e l'altra alle rifiniture dell'interno. In gabbia, il Dioch vive senza richiedere grandi cure anche per lunghi periodi di tempo, e svela tutta la violenza della sua indole. Se lo si rinchiude assieme ad altri uccelli, li tormenta in tutti i modi, tenendoli sospesi in alto per la coda ed emettendo strida acute: e li lascia soltanto quando essi, per salvarsi, si abbandonano simulando la morte. E' un uccello piuttosto piccolo e tarchiato, con il becco forte e lungo, dai margini rientranti e dolcemente piegati verso la punta; le ali giungono circa alla metà della coda, che è breve e arrotondata. La lunghezza complessiva è di quasi dodici centimetri, appena tre dei quali fanno parte della coda, e le ali misurano ciascuna sui sei centimetri. Fuori del periodo della riproduzione, gli individui di questa specie vestono un abito molto semplice che non muta per l'età o il sesso, ed è del tutto simile a quello del passero. Ma all'epoca degli amori il maschio cambia il suo molle piumaggio non solo nei colori, ma persino nella struttura, che diviene morbida e vellutata. Appare allora con la parte superiore del capo, le guance, il petto ed il ventre di un bellissimo nero, mentre le altre parti del corpo si dipingono in rosso: fanno eccezione le ali, brune con strisce bruno-fulve, e ciò è dovuto al fatto che i margini delle piume sono più chiare della loro parte centrale. L'iride è bruna, il becco nero e il piede giallo scuro. Nelle femmine, permane il colorito solito nelle parti superiori, mentre le inferiori si sfumano nel giallo-pallido e una striscia gialla passa al di sopra dell'occhio: becco e piedi sono, negli individui di questo sesso, giallo-cornei. Diffusi nell'Africa orientale e specialmente nella Nubia, i fringuelli color di fuoco prediligono i campi coltivati a dura, tra i quali è possibile vederne considerevoli gruppi, che, per i colori e il comportamento, offrono uno spettacolo dei più gradevoli. Alzano le copritrici delle ali, si arruffano pettoruti ai raggi del sole e si mostrano da tutti i lati all'osservatore. Con estrema rapidità scompaiono per ritornare improvvisamente a comparire, e i loro movimenti sono sottolineati da un gorgheggio modesto, ma gradevole. Tra gli steli della dura trovano il soggiorno ed il cibo ideali, e cacciarli è tutt'altro che facile: giocano arrampicandosi verso le spighe, corrono tra l'erba che offre loro riparo in caso di pericolo, e, solo quando il cereale è stato mietuto, si dispongono a cercare altrove le loro sedi, scegliendo quelle abituali a tutti i membri della loro famiglia. Naturalmente, i coloni sono costretti a lottare contro questi predoni, mettendo a profitto ogni astuzia per tentare di scacciarli dalle coltivazioni: per la verità, senza molto successo. I nidi si distinguono da quelli degli altri tessitori, perché non sono appesi, ma nascosti tra i cespugli o tra i cumuli della dura. Non mostrano una cura altrettanto sopraffina nella costruzione: anch'essi sono composti di steli d'erba, ma il tessuto delle pareti è molto meno compatto, e permette di scorgere all'interno le uova, tre o sei e di colore azzurro. Spesso se ne trovano in numero rilevante in una zona abbastanza limitata, perché anche questi uccelli hanno l'abitudine di vivere ravvicinati, pur non costituendo colonie compatte come usano fare i loro affini. Il Fringuello color di fuoco è stato spesso portato in Europa, e resiste facilmente in gabbia. Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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