

VITA DEGLI ANIMALI - UCCELLI - PASSERACEI
INTRODUZIONE (segue)
Per il resto, non c'è zona del globo che non li abbia tra i suoi abitanti: li
troviamo sotto il sole dei tropici e tra i ghiacci del nord, nelle pianure e sui
monti, nel deserto e nelle paludi, nelle distese solitarie e nelle metropoli
colme di uomini e di movimento. Essi sono praticamente una parte del paesaggio,
così come la terra e il cielo: un solo altro ordine di uccelli presenta una
diffusione così compiuta, ed è quello dei rapaci: ma le sue specie sono molto
meno numerose. Il loro numero è più alto nei luoghi boscosi che non in quelli
spogli, così come maggiore è la loro varietà nelle calde zone tropicali in
confronto con quelle polari. Soltanto in senso molto generale, comunque, possono
essere definiti uccelli arboricoli, poiché molte specie vivono unicamente sul
terreno e tutti, in generale, scendono volentieri a giocare ed a cercare cibo a
terra. Si alimentano soprattutto con semi di ogni specie, bacche, frutta, gemme
ed insetti, e non hanno, in questo senso, esigenze molto particolari. Questo in
generale, poiché vi sono alcune specie molto esigenti nella scelta del cibo:
cosa rara, com'è del resto raro trovarne che rifiutino del tutto di nutrirsi di
insetti. E' difficile trovare dei Passeracei portati al vivere isolato: a coppie
non si vedono fuorché nel periodo dell'accoppiamento, e per il resto vivono in
branchi numerosi nei quali è facile trovare individui di specie diverse. Finito
il periodo della cova e della muta delle penne, vale a dire nell'autunno
inoltrato, questi branchi popolano le distese dei campi, e nell'inverno li
vediamo aggirarsi nei cortili di campagna e per le strade delle città. La
stagione fredda induce alcune specie ad abbandonare le regioni più
settentrionali in cerca di un clima più mite e di una maggiore disponibilità di
cibo; altre compiono dei viaggi irregolari, e molte non abbandonano in nessun
caso la zona in cui sono nate. In particolare, le specie meridionali non fanno
che brevi escursioni nel periodo della muta delle piume, raggiungendo regioni
ancora più a sud. Il tempo degli amori è per quasi tutti la primavera: sono
poche le specie che mostrano di preferire un periodo diverso, covando durante
l'inverno dei Paesi polari, o nel corso della torrida estate equatoriale. I
branchi, in questo tempo, si sciolgono, e la socievolezza cede il posto ad un
ardore che è raro trovare in altri uccelli. I maschi lottano spesso aspramente
per conquistare la loro compagna: la corteggiano con il canto, la lusingano
mostrandole la propria abilità nel volo. E quando la conquista è avvenuta, essi
la difendono con una gelosia esclusiva e si abbandonano più volte al giorno alle
gioie coniugali. Si pone naturalmente, per le coppie, il problema della
costruzione del nido: salvo alcuni casi, nei quali vengono sottratti i nidi già
costruiti ad altre qualità più deboli di uccelli, o un nido più piccolo viene
infilato entro quello di un esemplare di maggior mole, l'operazione richiede un
lavoro attento e abbastanza prolungato. Luoghi di costruzione e foggia sono i
più vari: la scelta può orientarsi su un ramoscello cedevole come su un ramo dei
più consistenti, nell'intrico dei cespugli, nelle cavità di un tronco: può
bastare, semplicemente, la terra nuda.
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Il lavoro è quasi sempre minuzioso, tiene conto delle esigenze
dell'abitazione e della comodità, ma non dimentica certe elementari regole
estetiche: come l'accordo di colore tra il nido e gli elementi che lo
circondano, o gli ornamenti delle pareti interne. Nel loro confortevole rifugio,
i Passeracei depongono un numero di uova che può variare da tre ad otto,
raramente maggiore o minore; i colori sono diversi: quando la tinta è unica,
prevale l'azzurro, ma più di frequente si trovano degli accostamenti tra un
fondo uniforme e serie di punti, di macchie e di linee capricciosamente
disegnate. La cova è di regola compito esclusivo della femmina: il maschio si
occupa di alimentarla. Entrambi, poi, provvedono al sostentamento dei piccoli,
che, una volta divenuti idonei a bastare a sé stessi, dimenticano i genitori e
se ne vanno ad ingrossare i branchi fino al tempo della muta. Maschio e femmina,
di norma, passano ad una seconda e successivamente ad una terza cova: regola
abbastanza comune, cui sfuggono le poche specie che covano un'unica volta
nell'anno. L'indole dei Passeracei è buona, aperta alla confidenza ed alla
socievolezza: ciò ha creato la convinzione che essi siano pure abbastanza
stupidi, dal momento che vanno spesso incontro al pericolo per eccesso di
fiducia. La convinzione non sembra equa, dal momento che va riconosciuta a
questi uccelli una natura sveglia e perspicace; e del resto, quando il pericolo
li sovrasta, essi sanno riconoscere i loro nemici e adattarsi alle circostanze,
difendendosi come meglio possono. E' questa, per loro, una dura fatica, dal
momento che gli avversari da cui debbono guardarsi sono una schiera nutrita.
Generalmente piccoli e deboli rappresentano la preda preferita di falchi e
civette, e in alcune zone anche delle scimmie, dei gatti selvatici, delle
martore, di vari serpenti e di altri animali ancora. Spesso, a questi avversari,
contro i quali teoricamente esiste qualche possibilità di difesa, se ne aggiunge
uno ben più inesorabile, e cioè l'uomo, che generalmente apprezza la qualità
della loro carne, ed è inoltre nella necessità di difendersi contro i danni che
essi recano ai suoi raccolti. Vi sono molte specie di Passeracei che non solo
non sono dannose, ma al contrario, divorando insetti e semi di erbacce, svolgono
una insostituibile funzione positiva; altre, tuttavia, sono veramente pericolose
per l'uomo. Calano a stormi sui campi e sui frutteti, distruggendo e devastando:
è inevitabile che siano combattute aspramente. D'altra parte, la loro
prolificità è tale che basta ben poco a colmare i vuoti, per grandi che siano.
Alla cattività si adattano quasi sempre, e possono vivere per anni senza
richiedere cure eccessive. Abbiamo già detto che nel cibo sono molto parchi; se
li si tratta bene, si affezionano alle persone che stanno loro intorno, si
addomesticano con facilità e si propagano regolarmente.
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CROCIERI
La famiglia dei Crocieri è la prima da prendere in considerazione per le
evidenti rassomiglianze che presenta con l'ordine dei pappagalli: esse sono tali
che i Crocieri, conosciuti pure col nome di Becch'in croce, a cagione della più
notevole delle loro caratteristiche, possono considerarsi l'anello di
congiunzione tra i due ordini. Si tratta di una famiglia del tutto indipendente,
dal momento che si stacca da tutte le altre specie di uccelli per la
singolarissima conformazione del becco. Il loro corpo tarchiato è, in fondo,
comune con quello di tutti i passeracei. Il becco è viceversa senza termini di
confronto. Grosso e fortemente ricurvo fin dall'origine, ha il culmine alto e
arrotondato e le larghe mandibole finiscono in due punte acute che si
incrociano. La superiore si incrocia con la inferiore ora a destra ora a
sinistra, senza una regola fissa. Le altre caratteristiche, meno rimarchevoli,
sono costituite dalla testa larga e forte, dal corpo breve e stretto, dalla
carena dello sterno lunga e arcuata, dal collo robusto e dal ventre sottile. Il
piumaggio è folto e morbido, le cosce e le gambe, rivolte all'indentro, brevi e
robuste, con le lunghe dita provviste di unghie acuminate e ricurve. Gli occhi
si presentano piccoli e sporgenti, le narici quasi interamente nascoste da
sottili piumette. Nella struttura interna non si notano differenze rispetto a
tutti gli altri passeracei. Quasi tutte le famiglie comprese in quest'ordine
vivono in gruppi numerosi, abbandonando di rado i boschi: i Crocieri non fanno
eccezione, solo mostrano una particolare predilezione per certi tipi di alberi,
in specie le conifere, dai cui frutti essi traggono la principale riserva di
cibo. Le zone geografiche in cui abitano sono vastissime, ma in esse, i luoghi
dove specificamente si trattengono, piuttosto limitati. Sono, in certo senso,
gli zingari tra gli uccelli: come gli zingari, compaiono improvvisamente in una
regione, vi si trattengono per qualche tempo e scompaiono; e queste loro
migrazioni sono sempre in funzione dell'esistenza dei boschi di conifere, e del
tempo di maturazione dei loro semi. Ad ogni modo, le loro zone comprendono,
oltre all'Europa, sia le regioni montuose dell'Asia che quelle dell'America. In
Europa se ne contano quattro specie diverse; ancora quattro se ne contano sia in
America che in Asia. Tutte presentano caratteri comuni, non solo nella forma, ma
anche nel colore, che è di un bel rosso cinabro nel maschio adulto e verde
sfumato in giallo o in grigio nelle femmine. Per queste loro somiglianze, dopo
aver rapidamente accennato a tre specie principali, discorreremo di essi
esaminandoli in maniera generale, secondo quei dati che li accomunano.
Crociere o Becco in croce
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