Indirizzo di politica culturale avviato da A.A.
Ždanov nel 1946, durante gli ultimi anni della dittatura staliniana. Ebbe
inizio con gli interventi di Ždanov e i decreti di censura del Comitato
centrale contro l'antisovietismo e l'individualismo decadente in letteratura.
Gli interventi successivi si volsero contro la filosofia (1947), accusata di
sudditanza verso la tradizione occidentale; contro i musicisti (1948), colpevoli
di formalismo, e contro gli intellettuali cosmopoliti e senza patria. Alla morte
di Zdanov il partito continuò a seguire questo orientamento, accordando
la preferenza ad alcune scuole rispetto ad altre: le dottrine di T. Lysenko
finirono per dominare la genetica sovietica fino al 1953 e Stalin stesso impose
la sua teoria del linguaggio. Tale indirizzo, sebbene legato a sentimenti
patriottici russi e ad antiche ragioni anti-occidentali, ebbe ripercussioni
anche fuori dell'Unione Sovietica.