(dal nome del fondatore
Zaid ibn `Alī).
Seguaci della più moderata tra le sette musulmane sciite. Il fatimide
Zaid, figlio di Ali Zain al Abidin e pronipote del califfo `Ali e di Fatima,
figlia di Maometto, aveva organizzato a Kūfa una rivolta per reintegrare il
Libro di Dio e la tradizione (
sunna) del Profeta, promettendo ai
congiurati la distribuzione delle entrate del pubblico erario. Scoperta la
congiura, Zaid dovette passare prematuramente all'azione (gennaio 1740),
compromettendo il successo della ribellione che fu soffocata in pochi giorni.
Egli cadde in combattimento mentre suo figlio Yahya riuscì a salvarsi nel
Koorassan, ma sotto Walid II fu rintracciato e ucciso. Il "martirio"
di Zaid e di Yahya approfondì il distacco tra gli arabi Alidi e gli
Omayyadi, il cui califfato fu sostituito da quello degli Abbassidi. Gli
z. tramandarono la dottrina di Zaid che rigettava la concezione
estremistica dell'imām infallibile. Essi acquistarono una certa influenza
politica ai margini dell'Islam. Uno Stato zaidita sorse sulla riva meridionale
del Mar Caspio da essi islamizzata (964), mentre un altro si costituì
nello Yemen (897).