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Wylie, Elinor Hoyt.

Scrittrice statunitense. Proveniente da una famiglia dell'alta aristocrazia di Filadelfia, dopo un matrimonio fallito, fuggì (1910) con H. Wylie, suo futuro marito, in Inghilterra, dove diede alle stampe una raccolta di versi, Incidental numbers. Rientrata in patria nel 1915, divenne ben presto una delle più importanti autrici americane del primo Novecento e l'iniziatrice di quella corrente metafisica moderna che ebbe grande seguito tra le poetesse a lei successive. Profondamente influenzata dagli scritti di J. Donne, degli elisabettiani ma anche dallo spirito dei decadenti, soprattutto O. Wilde e W. Pater, e dalla figura di P.B. Shelley, divise il suo impegno letterario tra poesia e narrazione in prosa. Tra le liriche, spesso nutrite di arditi barocchismi, ricordiamo le raccolte: Nets to Catch the Wind (1921); Trivial Breath (1928); Angels and Earthly Creatures (postumo, 1929). Di profondo lirismo sono permeate anche le opere in prosa, e in particolare i romanzi Jennifer Lorn (1923) storia di un gruppo di aristocratici inglesi nell'India coloniale; the Venetian Glass Nephew (1925); The Orphan Angel (1926), vita romanzata di Shelley; Mr. Hodge and Mr. Hazard (1928). Nel 1932 e nel 1933 uscirono, a cura del terzo marito di W., il poeta e critico W.R. Benét, due volumi di Collected Poems, seguiti, nel 1943, da Last Poems (Somerville, New Jersey 1885 - New York 1928).