Stats Tweet

Witelo.

Filosofo e scienziato tedesco. Pochissime sono le notizie circa la sua vita; si sa che sua madre era polacca, suo padre tedesco della Turingia e che egli studiò dapprima a Parigi e più tardi all'università di Padova, dove seguì i corsi di Diritto canonico (forse dal 1262 al 1268). Nel 1269 si recò alla corte pontificia di Orvieto dove, presumibilmente, conobbe Guglielmo di Moerbecke, in seguito divenuto vescovo di Corinto (1278). A questo personaggio W. dedicò l'opera sua più importante, Optika (nota anche come Perspectiva), composta nel periodo compreso fra il 1270 e il 1278. Ricavata per lo più, dal trattato di ottica dell'arabo Alhazen, è un'opera assai interessante per il suo contenuto e le teorie riguardanti il fenomeno della luce che W. interpreta come un quid soprannaturale che deriva direttamente da Dio. Notevoli sono, tuttavia, le osservazioni che W. fa sulla visione, grazie alla quale ci è dato conoscere le cose che esistono in natura. La figura degli oggetti, il luogo che li ospita, la sostanza di cui sono formati non sono però acquisiti attraverso la percezione visiva, bensì per mezzo del pensiero o, meglio, della ragione quale attività dello spirito. Nella stessa opera W. descrive anche i vari esperimenti da lui stesso compiuti sugli specchi parabolici, alcune considerazioni sull'arcobaleno e le misurazioni degli angoli di rifrazione. L'opera di W. fu utilizzata per qualche secolo come trattato di ottica e pare che lo stesso Keplero se ne sia servito per la redazione dei suoi Ad Vitellionem paralipomena, pubblicati nel 1604. Altre opere di W. furono: De primaria causa penitentiae, scritta quand'era studente a Padova; De natura demonum, dello stesso periodo; Liber de intelligentiis, forse erroneamente attribuitogli. Nessuna delle opere citate è giunta fino a noi. Pare che il nome di W. derivi da quello di Wito o Wido; in epoca rinascimentale esso era stato italianizzato in Vitello o anche in Vitellio (XIII sec.).