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Wirth, Karl Joseph.

Uomo politico tedesco. Rappresentante dell'ala sinistra del Partito cattolico del Centro (Zentrumspartei), fu sostenitore, subito dopo la fine della prima guerra mondiale, di un'alleanza fra il suo partito e la socialdemocrazia. Nel 1919 entrò a far parte della Costituente di Weimar quando era già membro del Governo provvisorio del Baden in qualità di ministro delle Finanze (il Governo durò in carica dal 1919 al marzo del 1920). Alla fine di tale mese fu chiamato dal nuovo capo del Governo, il socialdemocratico Hermann Müller, a reggere lo stesso ministero delle Finanze, portafoglio che mantenne anche nel Governo presieduto dal cattolico Konstantin Fahrenbach. Il 10 maggio 1921, dopo che i responsabili ebbero accettato l'ultimatum inglese del 5 maggio, ebbe la nomina a cancelliere. Contrastato dall'opposizione, durante il suo Governo, W. avviò decorosamente a soluzione la questione delle riparazioni di guerra, realizzando la cosiddetta "politica dell'adempimento". Quando la Società delle Nazioni decise la spartizione dell'Alta Slesia, nell'ottobre 1921, W., per protesta, diede le dimissioni; tuttavia, in seguito all'insistenza dei diversi uomini politici del momento, qualche giorno dopo costituì un nuovo Governo assumendone la presidenza e tenendo per sé il portafoglio degli Esteri. Qualche mese dopo, tuttavia, cedette questo ministero a Walther Rathenau che, assieme a lui partecipò il 16 aprile 1922 alla Conferenza di Rapallo, dove i due rappresentanti della Germania sottoscrissero il trattato che ristabiliva le relazioni diplomatiche tra la Germania e l'Unione Sovietica. Nel novembre dello stesso anno le forze della Destra tedesca costrinsero il Governo di W. a dimettersi. Nel 1927, non sopportando l'alleanza che il suo partito aveva stretto con i nazionalisti, votò contro il Governo del cancelliere W. Marx che, invece, vedeva di buon occhio un avvicinamento dei cattolici alle forze di destra. Nel 1929 fu chiamato a tenere il ministero dei Territori occupati nel Governo di coalizione presieduto da H. Müller. Nel 1930-31 fu ministro dell'Interno, lottando inutilmente per impedire una nuova avanzata del Nazionalsocialismo. All'avvento di Hitler, lasciò la Germania riparando a Parigi e, successivamente, in Svizzera, per non rientrare in patria che nel 1948, scegliendo la Germania Occidentale. Si adoperò per una riunificazione delle due Germanie sotto un Governo neutrale. A seguito di questo suo impegno fu nominato presidente dell'Unione Tedesca per l'Unità e membro del Consiglio mondiale per la pace. Come tale fu inviato nell'Unione Sovietica dove, nel 1955, gli venne assegnato il Premio Stalin per il consolidamento della pace tra i popoli. In precedenza era già stato nell'URSS (1954) dietro invito del ministro degli Esteri sovietico Molotov. W. ha lasciato alcune opere, costituite dalle raccolte dei suoi scritti e dei suoi discorsi politici, sotto i titoli di Unsere politische deutschen Volksstaat del 1924 e di Reden während der Kanzlerschaft del 1925 (Friburgo in Brisgovia 1879-1956).